Repubblica 4.1.16
Produzione e lavoro Italia avanti piano: siamo in coda alla Ue
di Luisa Grion
ROMA. L’Italia comincia a crederci, anche se il recupero è lento e rispetto agli altri paesi Ue facciamo molta più fatica ad uscire dalla crisi. C’è più fiducia da parte di famiglie e imprese e negli ultimi sei mesi sono aumentati i consumi e l’occupazione, ma guardando al “come eravamo” il quadro resta spietato. Su produzione e lavoro andiamo avanti piano, più piano degli altri . Ecco perché sul “Cruscotto congiunturale”, un rapporto appena pubblicato dal ministero dello Sviluppo economico, si è scatenata la polemica fra il governo, che fa notare il cambio di marcia degli ultimi mesi, e l’opposizione che parla invece di “fallimento della ricetta Renzi”.
Un dato di fatto è il cambiamento del clima: nel 2015 è tornata la fiducia fra i consumatori italiani, che rispetto ai minimi registrati nel periodo più buio della crisi hanno recuperato oltre 40,3 punti dell’indice, 7,7 solo negli ultimi sei mesi (il risultato migliore rispetto a Germania, Francia, Regno Unito e Spagna). Stesso andamento fra le imprese dove la fiducia si sta avvicinando ai livelli pre-crisi (ora sta 4,7 punti sotto rispetto ai massimi). Manca però la traduzione di tale “sentiment” in investimenti (sono diminuiti dello 0,4 per cento nel terzo trimestre, dello 0,9 per macchinari e attrezzature).
È vero che il tasso di disoccupazione, pur alto (più 11,5 per cento a ottobre), è in discesa di 1,4 punti sui dodici mesi con un recupero dell’1,6 per cento dai massimi della crisi. Ma resta drammatico il dato sull’occupazione giovanile (dai 15 ai 24 anni) ferma al 15,1 per cento. Un livello che ci vede ultimi in Europa, dietro perfino al 17,7 della Spagna (dove però il tasso di disoccupazione complessiva è 21,6 per cento). Abbiano recuperato lo 0,9 per centro rispetto al peggior dato dalla crisi, ma la Gran Bretagna sta al 4,2 e la Germania al 2,7.
Stessa lentezza nella risalita della produzione industriale, del 31 per cento inferiore rispetto ai massimi pre-crisi. L’Italia ha recuperato il 3 per cento rispetto ai minimi toccati durante la recessione. La Francia l’8, la Germania ben il 27,8, la Gran Bretagna il 5,4 e la Spagna il 7,5.
Dati vecchi, commenta il Mise. «Nel confronto internazionale, l’Italia, rispetto ai principali paesi Ue, sconta una crisi più lunga e più dura che altrove - osservano dal ministero - La ripresa, che nella maggior parte degli Stati membri Ue è partita e si è consolidata dal 2009, in Italia si è manifestata compiutamente solo tra il 2014 e il 2015. Tuttavia, i dati più recenti mostrano che il recupero è finalmente scattato». Per esempio, fa notare,se si considerano le variazioni della produzione industriale del secondo e terzo trimestre 2015, l’Italia con il suo 1,1 per cento fa meglio di Francia, Germania e Regno Unito. Per l’opposizione «Eurostat smentisce Renzi e le sue slide». Per Federico Fornaro,minoranza Pd: «I dati sono un sano bagno di realtà, ora più coesione sociale, una seria politica di rilancio e lotta all’evasione».
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Tornata la fiducia di famiglie e imprese, ma non si traduce in acquisti e investimenti