domenica 24 gennaio 2016

Repubblica 24.1.16
Dal Pantheon alle biblioteche in arrivo il ticket della bellezza
Nuovi ingressi a pagamento L’annuncio di Franceschini divide
Il biglietto della discordia sulla nostra storia
di Tomaso Montanari

La domanda: ci conviene mettere a biglietto tutto il patrimonio storico e artistico della NazioneÈ (articolo 9 della Costituzione)? é saggio far pagare chi desidera andare a deporre una rosa sulla tomba di Raffaello, o un pensiero su quella di Vittorio Emanuele II, entrambi sepolti nel Pantheon di Roma, che • contemporaneamente un monumento archeologico, una chiesa consacrata, un sacrario civile? La modernizzazione comporta necessariamente biglietterie allÕingresso di tutte le chiese storiche, dei conventi, delle biblioteche, degli archivi, degli ospedali monumentali, e domani magari alle porte di intere cittˆ, come Venezia?
I dubbi sono leciti. Perchè cos“ facendo rischieremmo di spingere ancor di pi• lÕeconomia culturale verso la passivitˆ della rendita.
Forse sarebbe preferibile fare esattamente il contrario, rendendo gratuito lÕaccesso ai grandi musei statali. Nel 2013 il gettito di questi ultimi • stato pari a 125.826.333 euro, ma allo Stato ne sono arrivati 104.333.063 (la differenza • andata agli oligopolisti delle concessioni): che • il costo di un singolo bombardiere F35. Il presidente del Consiglio ha giustamente detto di voler allineare la spesa militare e quella culturale: con meno di un terzo di quanto destinato allÕassegno indiscriminato per il consumo culturale dei neo diciottenni, potremmo far entrare tutti gratis nei nostri musei. E lÕeconomia indotta da un aumento del movimento dei cittadini verso il patrimonio darebbe frutti, anche fiscali, assai superiori al gettito dei biglietti.
Ma, soprattutto, nel nostro Paese come in nessun altro, il patrimonio culturale • fuso con lo spazio pubblico. Non cÕ• un vero confine tra il Pantheon e la sua piazza, ed • vitale che si possa continuare a varcare liberamente quella porta bronzea: anche solo per continuare a passeggiare al coperto, anche solo per cinque minuti. Dobbiamo poter respirare liberamente la nostra storia: non possiamo spezzare questa quotidiana intimit ˆ, diventando clienti anche nel cuore della nostra casa.
é difficile capirlo in un momento in cui lÕunica bussola delle riforme dei Beni culturali, che si accavallano senza il tempo per valutarle, sembra lÕespansione della valorizzazione, a spese della tutela e dellÕeducazione. Ma in gioco cÕ• lÕidea stessa di cittadinanza: rendere pi• difficile lÕaccesso dei cittadini a un monumento identitario significa in qualche modo annullarne la forza.
Quando Urbano VIII Barberini port˜ via il bronzo dal tetto del Pantheon per farci cannoni (1625), disse che era Çun tesoro nascosto, senza utile e senza usoÈ. Il popolo di Roma, visceralmente legato al monumento, si oppose alla messa a reddito, esclamando che quel che non fecero i barbari, avevano fatto i Barberini. Credo che oggi ci convenga pensare non come il papa, ma come il popolo: che guardava pi• lontano.