Repubblica 23.1.16
Mozart Salieri
Quando per amore della stessa donna i grandi nemici divennero complici
Ritrovato il frammento di un’opera scritta insieme. Crolla la leggenda dell’eterna rivalità
di Leonetta Bentivoglio
Si
intitola “Per la ricuperata salute di Ofelia”: un pastiche dedicato
alla soprano Nancy Storace, pupilla dell’imperatore Giuseppe II La
scoperta è del compositore Timo Jouko Hermann che ha ritrovato il
frammento al Museo di Praga
A sinistra, la partitura di Mozart
scoperta a Praga; al centro della pagina Mozart in un disegno di Tullio
Pericoli In basso, un ritratto di Antonio Salieri ( 1750- 1825)
Mozart
e Salieri erano rivali o complici? Possiamo immaginare una coppia di
duellanti scatenati fino alla morte del primo, il più bravo, che ci si è
spinti a supporre (ma non c’è certezza) avvelenato dal secondo, geloso
del suo talento fino al livore omicida? O erano colleghi capaci
all’occorrenza di un’intesa? Si saprà mai la verità sull’antagonismo più
favoleggiato della storia della musica, riflesso nel contrasto fra lo
splendore di un’ispirazione immensa, quella mozartiana, e una scrittura
definita da molti “di maniera”, quella di Salieri, che ha consegnato ai
posteri un autore poco eseguito, benché giustamente rivalutato negli
ultimi tempi? Nulla potrà essere dimostrato in
modo definitivo. Ma
il ritrovamento a Praga di un esemplare di una cantata commemorativa
composta da Mozart insieme a Salieri getta una luce nuova su una vicenda
di potenza metaforica così straordinaria (genio e sregolatezza contro
il rigore delle convenzioni) da aver stimolato la fantasia di uno
scrittore come Aleksandr Puskin, con la sua piccola tragedia Mozart e
Salieri (1830), poi messa in musica da Rimskij-Korsakov. E a tal punto,
nel periodo romantico, si dilatò la parabola del conflitto fra i due
musicisti, da approdare sia al teatro che al cinema nel Novecento,
grazie al dramma di Peter Shaffer Amadeus (1978) e al film che ne trasse
Milos Forman (1984), premiato da ben otto Oscar. Un successo che ha
rilanciato il mito e la popolarità del musicista austriaco. E anche un
inopportuno e falsante B Movie, secondo musicologi esperti, pieno di
aberrazioni e inesattezze storiche, oltre che offensivo verso entrambi i
compositori. In particolare nei confronti di Mozart, ritratto come un
fricchettone settecentesco rozzo e inconsapevole: tutto all’opposto di
ciò che in realtà fu Wolfgang, secondo la parte più consistente e
accreditata della musicologia contemporanea. Vedi Robbins Landon, il
quale ha aperto la strada alla visione di un Mozart illuminato e
profondo nella sua fisionomia decisiva di esponente dell’evolutissima e
democratica massoneria viennese.
Il documento giunto a incrinare
la leggenda dello scontro Mozart-Salieri nasce da quest’episodio: nel
giugno del 1785 Nancy Storace, soprano inglese destinata a divenire la
prima Susanna delle Nozze di Figaro, nonché pupilla di Giuseppe II,
perse la voce cantando a Vienna Gli sposi malcontenti, opera composta da
suo fratello Stephen Storace. Molta attesa era la sua interpretazione
di Ofelia nell’opera di Salieri La grotta di Trofonio, e sarebbe passato
qualche mese prima che la diva potesse tornare in forma. La notizia
della sua guarigione fu celebrata in ottobre da una cantata chiamata (in
italiano)
Per la ricuperata salute di Ofelia, pastiche firmato da
Mozart, Salieri e un tale “Cornetti”, scritto in corsivo: forse
pseudonimo di un mecenate della Storace o forse del tenore e maestro di
canto Alessandro Cornet. La stampa dell’epoca annunciò con esultanza il
debutto della composizione, di cui però non fu mai reperito un
esemplare.
Di recente il compositore e musicologo Timo Jouko
Herrmann, specialista in Salieri, s’è imbattuto per caso, durante i suoi
studi presso la biblioteca del Museo nazionale di Praga, nel titolo
della cantata, i cui versi furono scritti da Lorenzo Da Ponte, abile
librettista della trilogia “italiana” di Mozart formata dalle Nozze di
Figaro, Don Giovanni e Così fan tutte. Aperto il file del catalogo e
vedendo citato il pezzo, Hermann ne ha chiesto una copia digitale al
Museo, restando sconvolto dalla loro gentile replica: vuole visionare
anche lo spartito? Dunque la musica era lì, acclusa al testo, che appare
scandito in trenta strofe di spirito bucolico. Il documento consta di
una riduzione per voce e accompagnamento di basso continuo
(“Generalbass”), ma sembra che in origine fossero previsti vari
strumenti. La parte che sarebbe creata da Mozart è un Andante di 36
battute che comincia con il verso “Quell’agnelletto candido”. Ora ci sta
lavorando sopra la Fondazione Mozarteum di Salisburgo, che tra breve ne
presenterà la ricostruzione.
Dal ritrovamento risulterebbe che
tra Mozart e Salieri non ci fu alcun odio? La risposta è delicata almeno
quanto il mistero che avvolge le cause della morte precoce di Wolfgang,
a 35 anni. Circolarono a lungo ipotesi di un avvelenamento (avvallata
dallo stesso Mozart agonizzante, secondo una testimonianza indiretta), e
la diceria che il veleno arrivasse da Salieri invase per molti anni
l’Europa, malgrado le continue autodifese dell’italiano, che si dichiarò
sempre calunniato. Visitato nel 1823 da un allievo di Beethoven,
Salieri, ormai vecchio e malatissimo, lamentava la “pura malvagità” di
quella supposizione. Poco dopo tentò invano di suicidarsi, e Schindler,
segretario di Beethoven, annotò sui suoi diari lo sconvolgimento della
sua mente e il “vaneggiare di essere responsabile della morte di
Mozart”. Gli studi medici, però, tendono a escludere l’avvelenamento e
parlano di decesso di Mozart per infezione da streptococco o per febbre
reumatica.
Resta il fatto che, tra scambi e collaborazioni,
Salieri e Mozart ebbero spesso rapporti anche sostanziali, pur se
talvolta normalmente complicati dalle tresche di “palazzo”. Figura
interessante nelle sue sfaccettature (fra l’altro ebbe fra i suoi
allievi Beethoven, Schubert e Liszt, che ne lodarono le virtù di
pedagogo), Antonio Salieri lavorò per mezzo secolo alla corte degli
Asburgo, conquistando così un record senza paragoni, e negli anni
Ottanta del Settecento Salieri e Mozart sono i due principali
compositori di corte, in un’oscillazione tra complicità e screzi. Sono
comunque numerose le testimonianze della loro stima reciproca. Il
sedicenne di Salisburgo, nel 1773, dedica una serie di variazioni su un
tema dell’opera La fiera di Venezia al ventitreenne operista di Legnago.
Infine Salieri era in platea, fra gli spettatori entusiasti, alla prima
del “Flauto Magico”. E mai sarebbe potuto accadere che uno dei figli di
Mozart, il suo omonimo Wolfgang, che adorava il padre, studiasse
proprio con un persecutore di Amadeus, cosa che fece.