sabato 23 gennaio 2016

Repubblica 23.1.16
La paura del fronte laico “Ora rischia di saltare tutto”
I cattodem: allora ascoltino
di Goffredo De Marchis

ROMA. Il fronte cattolico del Pd ricomincia a credere in una mediazione che cambi la legge sulle coppie gay. «Dopo le parole del Papa — sentenzia la renziana Rosa Maria Di Giorgi — a essere preoccupati saranno i laici ». Quindi, la strada secondo i cattodem è segnata: si parte dalla modifica ai richiami al codice civile che fanno assomigliare le unioni al matrimonio e si arriva alla stepchild adoption, che secondo i cattolici deve ancora trovare una giusta formulazione: con l’affido, con due anni di transizione prima dell’adozione completa, con un compromesso insomma che salvi tutta la legge.
In effetti il fronte favorevole al disegno di legge di Monica Cirinnà manda segnali di fibrillazione. Qualche parlamentare ha sentito ieri mattina il ministro Maria Elena Boschi, cattolica sì ma sostenitrice di una legge che garantisca diritti pieni alle coppie gay, adozione compresa. «Sono agitata per i numeri in Senato», spiegava la Boschi. Allora cambiamo il testo, cerchiamo una via d’uscita dentro al Pd che tenga unito il partito, è stata la replica degli interlocutori. La risposta del ministro è stato un no. Motivato così: se correggiamo la stepchil perdo voti da una parte e non sono sicura di recuperarli dall’altra ». Come dire che una parte dei dem continuano a fare affidamento sui sì dei 5stelle mentre non sanno come si comporterà il gruppo del Nuovo centrodestra.
Comunque l’uscita di Francesco ha rimesso in moto una trattativa interna frenetica, alla quale Matteo Renzi guarda con attenzione. La linea in fondo resta sempre uguale: scommettere sul voto segreto lasciando libertà di coscienza totale. L’importante è salvare l’architrave della legge, ovvero i diritti delle coppie gay ed avere finalmente una norma sulle unioni civili. E se le adozioni dovessero finire in minoranza, rinviare il tema a un prossimo provvedimento. Il massimo impegno da parte di Renzi è che non salti tutto, che la legge non si impantani e che l’opinione pubblica non sia disorientata dalla scelta finale.
Per questo Cirinnà e Boschi discutono anche di un piano B: no allo stralcio, no a modifiche dell’adozione del figlio del partner. Se la maggioranza va sotto sulla stepchild, meglio il vuoto legislativo. «Tanto ormai i giudici concedono sempre l’adozione piena», sottolinea un senatore laico del Pd. Ogni altra mediazione sarebbe al ribasso rispetto alla rotta seguita dalla magistratura in questi casi.
È la posizione che ha confermato anche il capogruppo alla Camera Ettore Rosato in una lunga riunione notturna l’altro ieri. Ma non è la posizione dei cattolici e nemmeno di alcuni laici dem. Walter Verini per esempio si sta spendendo per un accordo preventivo, che tenga insieme il Pd al momento del voto in aula (l’esame comincia giovedì). Alfredo Bazoli, dell’ala cattolica, spiega che «ci sono tanti modi per trovare un compromesso. I 2 anni di affido è un modo, ma con uno sforzo di fantasia si elaborano anche altre proposte».
Renzi sembra consapevole, in vista del traguardo, che un’intesa nel Pd renderebbe tutto più facile, che il cammino della legge dipende anche dalla compattezza del gruppo. «Il discorso è molto semplice - spiega Ernesto Preziosi, uno dei capofila della battaglia cattolica -. Il Pd deve ascoltarci se vuole davvero diventare un partito plurale, se tutte le posizioni hanno diritto di cittadinanza in questo partito». Anche perchè, aggiunge Preziosi, «quando il 30 si svolgerà il Family day ci accorgeremo che in quella piazza non ci sono solo elettori di centrodestra ». Nessuno, nel fronte dei cattodem, mette in discussione le unioni civili «e voglio proprio vedere come farà Alfano a negare dei diritti alle persone», dice Di Giorgi. Ma alcune correzioni, insistono, sono necessarie e, lasciano capire, garantirebbero la tranquilla navigazione del provvedimento, malgrado i voti segreti e gli scontri ideologici.
È un fatto che lo scambio quotidiano di idee e proposte sia ripreso a Largo del Nazareno. Anche se ormai c’è pochissimo tempo per un accordo.