sabato 16 gennaio 2016

Repubblica 16.1.16
Il premier spinge la legge “Decide il voto segreto” Offensiva Family day
Gandolfini: “Il 30 gennaio in piazza saremo 500 mila” La Pascale spacca FI: “Darete l’olio di ricino ai gay?”
di Carmelo Lopapa

ROMA. È una legge sulla quale non c’è altro tempo da perdere, sulla quale il Paese è indietro da decenni e che col voto segreto sarà condotta in porto in tempi rapidi. Il premier Matteo Renzi interviene sul dibattito interno al suo Pd (e non solo) sulle unioni civili, per avvertire che «nel giro di qualche settimana sarà legge» in nome del «buon senso». Basta «scontri ideologici è il monito che viene rilanciato attraverso la E-news settimanale del presidente del Consiglio, che ammette: «La questione non è semplice e mentre su molti punti l’accordo mi sembra solido, ci sono questioni su cui ancora le distanze sono ampie. E forse lo resteranno al punto che sarà il voto segreto, tipico in discussioni sui diritti e sui valori, a definire le scelte». Per Renzi insomma il discorso è aperto sì, ma si chiuderà rimettendo tutto al voto del Senato di fine gennaio.
Su questo punto il governo, fatta eccezione per Alfano e i pochi centristi, è piuttosto compatto. Perché «siamo tra i pochissimi in Europa a non avere ancora una legge - scrive su Facebook il ministro Politiche agricole Maurizio Martina - La società e i cittadini sono più avanti». Il dibattito è dentro ma ormai anche fuori il Parlamento. Al Family Day del 30 gennaio a Roma, annuncia il presidente del Comitato “Difendiamo i nostri figli” Massimo Gandolfini, «saremo oltre mezzo milione di persone. In piazza ma «senza simboli di partito», è la parola d’ordine. I parlamentari dell’ala destra e ormai ex Ncd, da Giovanardi a Quagliariello ad Augello, ci saranno, Paola Binetti (Area popolare, maggioranza) è tornata alla grinta del primo Family day: «Non tollereremo intimidazioni». Giorgia Meloni porta l’adesione dei Fdi «per dire no alla legalizzazione dell’utero in affitto». E poi i democratici: Giuseppe Fioroni e i firmatari del documento Cattodem presentato da 37 deputati».
Ma il colpo di scena della giornata si è consumato dentro Forza Italia. Trascorse 36 ore dall’indicazione di voto data da Silvio Berlusconi a tutti i 91 parlamentari riuniti («Voteremo no al ddl Cirinnà»), interviene via Instagram la sua compagna Francesca Pascale, sponsor da sempre delle unioni. E lo fa attaccando con asprezza la deputata e responsabile giovani Annagrazia Calabria (in attesa di un figlio) la quale nei giorni scorsi aveva bocciato il ddl Cirinnà col quale «si scambiano desideri degli adulti con diritti dei bambini». La Pascale è tranchant come mai finora: «Cara onorevole, il diritto di un bambino non lo decide il sesso di una coppia - scrive - Questa legge è sbagliata, vero, ma noi liberali di Fi che vi abbiamo votato per stare al nostro servizio pretendiamo che facciate ciò che siete chiamati a fare, le vostre idee non ci riguardano». Per concludere così: «Se tuo figlio nasce gay, che fai, gli dai olio ricino?» Nel partito di Berlusconi è calato il gelo, zero commenti, il leader silente.