lunedì 4 gennaio 2016

La Stampa 4.1.16
Il Pd sfida Alfano sui diritti civili
“Lo ius soli non va depotenziato”
La replica dopo l’intervista del ministro a La Stampa e l’ipotesi di regole rigide
La relatrice al Senato Lo Moro: “Questo testo è già il minimo indispensabile”
di Amedeo La Mattina


Nell’intervista di ieri a La Stampa Angelino Alfano, parlava di contrasto al terrorismo e di emergenza immigrazione ma in un passaggio dedicato allo ius soli, ha fatto capire che potrebbe aprire una faglia all’interno della maggioranza. «Di sicuro la cittadinanza deve essere non solo desiderata. Ma anche meritata. Ora nel passaggio al Senato vedremo se c’è ancora qualcosa da ritoccare». Alfano non è solo il ministro dell’Interno. È anche il leader di Alleanza popolare, un partito della maggioranza che alla Camera è già riuscito a rendere più soft il disegno di legge che introduce il riconoscimento della cittadinanza italiana ai figli di immigrati. Il Pd aveva accettato l’accordo e la questione sembrava chiusa: adesso manca solo il timbro del voto al Senato. La frase di Alfano, però, sembra anticipare la richiesta di un ulteriore giro di vite sullo ius soli. I Democratici già puntano i piedi e dicono che «non se ne parla proprio: questa legge non può essere depotenziata ulteriormente».
C’è imbarazzo per l’uscita di Alfano. Viene considerata dai Dem la solita tattica di un alleato che cerca visibilità. Del resto Ncd e Udc (uniti sotto il simbolo di Alleanza popolare) sono una costola di quel centrodestra che si prepara a dare battaglia a Palazzo Madama. Insomma, si farebbe sentire la concorrenza di Lega, Fi e Fratelli d’Italia che non perdono occasione per dire che i terroristi che hanno insanguinato Parigi avevano il passaporto francese e belga. E che anche quei foreign fighter che corrono per arruolarsi affianco del Califfato nero sono figli di musulmani che hanno ottenuto la cittadinanza nei Paesi dove sono nati e sono andati a scuola.
Argomenti che gonfiano le vele elettorali dei partiti di destra in tutta Europa. «E Alfano - dicono nel Pd - vuole aprire la sua piccola vela a questo vento populista. Lo ha fatto sulle unioni civili e ora vorrebbe farlo sullo ius soli. Ma non prevarrà la paura e la propaganda». Tra l’altro sarà difficile in Senato convincere un osso duro come la relatrice in commissione Affari costituzionali Doris Lo Moro, che vuole andare avanti come un treno. La stessa Lo Moro osserva che «le pregiudiziali di costituzionalità presentate da Carroccio e Fi sono state bocciate a larghissima maggioranza in commissione (15 no contro 3 sì) e la discussione sta andando avanti con tranquillità. Il ddl, che presenta molti lati positivi, può essere migliorato». In altri termini, indietro comunque non si torna. E poi non si vede perché i senatori Ncd-Udc devono complicare le cose rispetto a un testo che è «il minimo indispensabile». Viene infatti ricordato in casa Pd che alla Camera il testo è già stato annacquato da emendamenti Ncd che hanno voluto il requisito del permesso di soggiorno europeo lungo (5 anni) per i genitori dei bambini che nascono in Italia. Il genitore deve dunque dimostrare la disponibilità di un reddito minimo non inferiore all’importo annuo dell’assegno sociale e la non pericolosità sociale per l’ordine pubblico o la sicurezza dello Stato. Sono stati introdotti altri paletti per il cosiddetto ius culturae (la frequenza di un ciclo scolastico di almeno 5 anni e il superamento con successo della scuola primaria). Ecco, dicono negli ambienti del Pd, già c’è stato un compromesso al ribasso.
Ma cosa intende in concreto Alfano quando dice che la cittadinanza deve non solo essere desiderata, ma anche meritata? Non ci sono ancora emendamenti pronti, ma alcuni verranno presentati. Le ipotesi. Per meritare la cittadinanza è necessario aver fatto non solo le elementare ma la scuola dell’obbligo. Oppure superare un esame sulla lingua, la cultura, i valori e la storia italiana. Erano le proposte di Gaetano Quagliariello quando era coordinatore di Ncd (ha abbandonato il partito e ha virato a destra). «Noi al Senato su queste proposte andremo avanti e cercheremo di smontare il testo dello ius soli», spiega Quagliariello. Alfano andrà invece fino in fondo rischiando un frontale con il Pd?