La Stampa 25.1.16
Vescovi, Merkel, banche
Settimana da brivido di Renzi
Oggi i fulmini di Bagnasco e Ue, poi Etruria, rimpasto e finale col Family Day
di Ugo Magri
Una
semplice occhiata al calendario fa intuire la settimana bestiale che
attende Renzi di qui a sabato prossimo. È come se, dopo una noiosa
stagione di bonaccia, gli elementi si scatenassero tutti in una volta.
Oggi per cominciare tuonerà il cardinale Bagnasco. Si riunisce il
Consiglio permanente della Cei, e figurarsi se il suo presidente farà
mancare un’uscita forte contro la legge Cirinnà. Ultimamente Renzi si è
un po’ defilato, però non abbastanza da schivare la grandine. Il governo
verrà accusato di snobbare le famiglie per correre appresso ai gay.
Come
se non bastasse la Cei, oggi la Ue renderà noto il rapporto triennale
sulla sostenibilità finanziaria dei vari Paesi. Qualora l’Italia fosse
promossa, i primi a stupirsi sarebbero i gufi, che difatti sono pronti a
festeggiare. Martedì altro brivido, perché Padoan incontrerà la
commissaria Ue Vestager. E se il ministro dovesse tornare a mani vuote
sulla «bad bank» (incrociamo le dita) si complicherebbe il salvataggio
dei nostri istituti di credito, schiacciati da 350 miliardi di
sofferenze. L’indomani mattina, per uno scherzo del destino, Palazzo
Madama discuterà la mozione del centrodestra proprio su Banca Etruria.
Il governo non rischia di cadere. Però le opposizioni daranno fiato alla
propaganda. Si tornerà a straparlare di babbi, di logge massoniche, di
complotti finanziari veri o presunti. Anche umanamente, è sicuro che
Maria Elena Boschi farebbe a meno di questa gogna. Renzi altrettanto.
Come
se non bastasse, l’astuto Denis Verdini profitterà della confusione per
compiere un ulteriore passo verso la maggioranza. I suoi 17 senatori
voteranno contro la mozione di sfiducia, e trovarselo fianco a fianco
sarà motivo di scandalo per le anime belle della sinistra Pd.
Giovedì
rullo di tamburi, ancora e sempre al Senato: inizia il dibattito sulle
unioni civili e si vota sulle cosiddette pregiudiziali. Per non
sbagliare pronostico, Berlusconi segna sulla schedina «uno ics due». Da
Milano verso sera si scateneranno Salvini e la francese Le Pen in una
manifestazione di tutti i leader euro-scettici. Ne grideranno a Renzi di
tutti i colori, ma il premier avrà ben altro cui pensare. Venerdì a
Berlino lo aspetta col fucile spianato la Merkel. Non è esagerato dire
che da quel colloquio dipende la piega della politica italiana per gli
anni a venire. Ai piani alti della Repubblica c’è molta trepidazione
perché la carne al fuoco è una quantità, la durezza di Frau Angela
proverbiale e il carattere del nostro Matteo fumantino.
Sabato,
mega sfilata del Family Day. Nel 2007 in piazza c’era anche Renzi,
stavolta invece marceranno contro di lui. Per un leader che punta tutto
sul gradimento personale, non sarà il massimo. Nel frattempo dovrà
vedersela con il rimpasto di governo. Lo aveva sempre rinviato ma adesso
non può più, e dunque dovrà procedere scontentando i mille aspiranti
all’unica vera poltrona in palio (Affari regionali). Per sua fortuna,
tra sette giorni il premier prenderà il volo per l’Africa, e sarà
felicissimo di lasciarsi tutto questo alle spalle.