sabato 23 gennaio 2016

La Stampa 23.1.16
Cirinnà: “Il Pontefice fa il suo mestiere. Ma anche il Parlamento farà il suo”
La relatrice: “Miglioreremo il testo senza stravolgerlo”
di Giacomo Galeazzi

Il Papa fa il suo mestiere, il Parlamento anche». A una settimana dal Family Day, il monito di Francesco suona come un endorsement alla crociata anti-unioni civili, ma la senatrice del Pd Monica Cirinnà non arretra. «Non è tempo di guerre tra cattolici e laici, c’è la maggioranza per approvare la legge», spiega.
Quanto incide l’intervento del Papa sul ddl Cirinnà?
«È un pronunciamento che qualifica il dibattito. Il Papa va ascoltato e non commentato. Per anni le unioni civili sono rimaste ai margini della discussione pubblica. Ora è il Paese intero che ne parla e questo è un bene. Siamo nel momento decisivo, siamo pronti per l’aula, abbiamo gli emendamenti e sono tutti degni di rispetto. È in corso un tentativo di dialogo, abbiamo una settimana di tempo per valutare i miglioramenti al testo, ma non per stravolgerlo. Le unioni civili sono una realtà nella società, devono anche diventarlo all’interno del nostro ordinamento. Ci siamo ormai».
Ci saranno i numeri in aula?
«Sì. Il Pd e la maggioranza che sostiene il ddl accoglieranno emendamenti utili. È cresciuta la sensibilità sul tema, al pari della convinzione che la legge si deve fare. Il Parlamento ha i numeri per colmare il ritardo imperdonabile per il quale l’Italia è stata condannata dalla Corte europea e invitato a porre al più presto rimedio. Risolveremo la questione della genitorialità. La “stepchild adoption” non è uno scoglio insormontabile. Tutti i contributi vanno valutati senza pregiudizi. Così anche le nostre proposte. In un clima sereno».
Quale soluzione vede? Insomma non è più un testo blindato?
«La priorità è la tutela più ampia possibile dei minori presenti nelle famiglie omogenitoriali. Va garantita la continuità affettiva. Ci sono proposte di modifica del testo che possono aiutarci a trovare una sintesi, come l’emendamento firmato da Lumia e Fedeli all’articolo 5 del ddl: il giudice può disporre verifiche e indagini dopo la richiesta inoltrata al Tribunale dei minori da parte dell’unione civile di persone dello stesso sesso. Ciò che più conta è il preminente interesse del minore.I tempi sono maturi, siamo riusciti a tenere alto il confronto. E la nostra proposta di legge rispetta la Costituzione».
Il 30 gennaio i cattolici manifesteranno a San Giovanni in Laterano contro le unioni civili. Non teme gli effetti politici?
«Ognuno fa la sua parte. Il Family Day e la manifestazione arcobaleno hanno pari dignità. Tutta la gente che scende in piazza merita rispetto. Sfileranno famiglie in entrambi gli appuntamenti. Finalmente in Italia c’è dibattito culturale e il Paese intero discute di un argomento che finora è stato tabù».
Però la linea di Palazzo Chigi è che il testo deve andare in aula cercando di trovare una mediazione nei passaggi più controversi, per poi lasciare libertà di coscienza ai parlamentari...
«Il premier Matteo Renzi ha ribadito la priorità dell’assoluta tutela dei bambini nelle famiglie omogenitoriali. Ho apprezzato molto il lavoro parlamentare di questi giorni per presentare degli emendamenti che potessero migliorare il testo. C’è atmosfera costruttiva e non scontro da opposte barricate».