sabato 23 gennaio 2016

La Stampa 23.1.16
La dottrina di Francesco a tempo dello scontro
Il Papa: “Nessuna confusione tra famiglia e altre unioni”
Le parole di Francesco accendono gli animi alla vigilia del voto al Senato
L’invito al mondo cattolico: “Evitiamo la presunzione, non creiamo divisioni”
di Andrea Tornielli

Al recente Sinodo la Chiesa «ha indicato che non può esserci confusione tra la famiglia e ogni altro tipo di unione». Per la seconda volta dall’inizio dell’anno Francesco ribadisce ciò che la Chiesa crede sul matrimonio e la famiglia.
Lo aveva già fatto lunedì 11 gennaio, nel discorso al Corpo diplomatico accreditato in Vaticano.
Le parole del Papa sono state pronunciate ieri mattina nell’ambito di un discorso piuttosto «tecnico» rivolto ai giudici e agli avvocati del tribunale della Rota Romana. Un testo preparato da tempo, assicurano fonti d’Oltretevere, ben prima dei dibattiti degli ultimi giorni sul Family Day. Francesco ai giudici rotali ha innanzitutto ricordato che la Chiesa può mostrare «l’amore misericordioso di Dio verso le famiglie, in particolare quelle ferite dal peccato e dalle prove della vita», e allo stesso tempo «proclamare l’irrinunciabile verità del matrimonio secondo il disegno di Dio». Un servizio, questo, affidato in modo particolare al Papa e ai vescovi, ha sottolineato Bergoglio, che ha continuato: «Nel percorso sinodale sul tema della famiglia, che il Signore ci ha concesso di realizzare nei due anni scorsi, abbiamo potuto compiere, in spirito e stile di effettiva collegialità, un approfondito discernimento sapienziale, grazie al quale la Chiesa ha – tra l’altro – indicato al mondo che non può esserci confusione tra la famiglia voluta da Dio e ogni altro tipo di unione».
La grande attenzione che in Italia ha suscitato fin dal primo pomeriggio di ieri la frase del Pontefice, che pure si è limitato a ripetere ciò che aveva già più volte detto e che appartiene all’insegnamento della Chiesa, è stata ovviamente dovuta alla coincidenza temporale: la discussione del ddl Cirinnà sulle unioni civili e il Family Day in programma per il 30 gennaio al Circo Massimo. Nell’ultima settimana il cardinale Angelo Bagnasco, con il suo appoggio alla manifestazione di piazza, aveva impresso un’accelerazione, e la cancellazione della sua udienza con il Papa ormai alla vigilia del Consiglio permanente di lunedì prossimo ha rappresentato un segnale del fatto che Francesco non intende essere coinvolto in queste iniziative: non perché non siano più che legittime, ma perché devono rimanere espressione di laici cattolici che intervengono nel dibattito politico su un disegno di legge.
Francesco ha deciso fin dall’inizio del suo pontificato di affidare alla conferenza episcopale i rapporti con la politica italiana. E ha auspicato un rinnovato impegno e un’assunzione di responsabilità da parte dei laici cattolici in quanto cittadini nella scelta e nei modi con cui intervenire e far sentire la propria voce, senza il bisogno di «vescovi-pilota» che li dirigano da dietro le quinte, benedicendo ogni loro passo.
Ecco il perché del mancato «copyright» alle manifestazioni di piazza da parte vaticana.
Dicendo che non può esserci «confusione» tra il matrimonio di un uomo e una donna e «ogni altro tipo di unione» il Papa non nega che uno Stato possa regolare altri tipi di unioni tendendo conto di altre specifiche esigenze.
E proprio ieri, Francesco ha reso noto un messaggio per la giornata delle comunicazioni sociali, nel quale chiede che ad ogni livello la comunicazione costruisca ponti di pace e non fomenti l’odio e la divisione. Invitando il mondo cattolico sulla piazza comunicativa e digitale a evitare la presunzione, la polarizzazione, la divisione, il linciaggio morale. Uno sguardo a certi blog o siti «cattolici» e al loro linguaggio che trasuda sarcasmo, scherno e non di rado persino odio fa comprendere l’urgenza di questo richiamo.