venerdì 8 gennaio 2016

Il Sole 8.1.16
Roma. Condanna anche per l’ex consigliere Caprari
Mafia Capitale: 2 anni e 2 mesi a Ozzimo, ex assessore del Pd
di Ivan Cimmarusti


Non ci fu «asservimento delle funzioni istituzionali» ma la «corruzione» per concedere alle coop di Mafia Capitale «utilità nel settore dell’emergenza alloggiativa di Roma» al fine di far implementare il business ai presunti sodali di Massimo Carminati. Con questa ipotesi è stato condannato a 2 anni e 2 mesi di carcere, con rito abbreviato, Daniele Ozzimo, ex assessore comunale Pd con la giunta di Ignazio Marino ed ex vicepresidente della Commissione politiche sociali. È il primo politico della lunga lista di amministratori finiti nell’inchiesta coordinata dal procuratore capo Giuseppe Pignatone e dall’aggiunto Michele Prestipino a ricevere una condanna. Secondo i sostituti procuratori Paolo Ielo, Giuseppe Cascini e Luca Tescaroli, avrebbe chiesto e ottenuto l’assunzione di una persona a lui vicino, Tatiana Tomasetti, e l’erogazione, a maggio 2013, «di 20mila euro formalmente qualificati come contributo elettorale». In cambio si sarebbe adoperato per far ottenere il «rinnovo dei servizi per l’emergenza alloggiativa a favore della Eriches», del braccio imprenditoriale del clan, Salvatore Buzzi, nonché «l’adozione della memoria di Giunta Capitolina del 26 febbraio 14, con cui si fornivano indirizzi amministrativi intesi alla non interruzione dei servizi di emergenza alloggiativa del 2014 (memoria di giunta del febbraio 2014) e per la partecipazione, con la finalità di favorire i soggetti economici riconducibili a Buzzi, alla riunione di Giunta in cui si adottava la delibera n. 150 del 22 maggio 2014». In particolare, è lo stesso Buzzi nelle intercettazioni a illustrare il presunto ruolo dell’ex assessore. Il braccio imprenditoriale dell’organizzazione, infatti, dialogando col suo collaboratore, Sandro Coltellacci, racconta che «sono andato ad acchiappare Daniele (Ozzimo, ndr), l’ho preso ai margini della Giunta. Allora, l’accordo grosso modo sarebbe questo: loro ci proseguono la convenzione a ventiquattro euro e cinquanta e trenta, senza sconto senza niente, per fare l’emergenza abitativa sotto forma di case alloggio, appartamenti alloggio quella roba che c’ha in testa lui (...) utilizzando in parte i fondi della Regione».
Su richiesta della stessa Procura, invece, è caduta l’accusa di corruzione «per asservimento delle funzioni» al clan, dopo il riascolto di una intercettazione di Buzzi. Nel dialogo riascoltato in aula, contrariamente ad una prima trascrizione, Buzzi afferma che Ozzimo «’n pija soldi (non prende soldi, ndr)». «Me lo aspettavo - ha commentato Ozzimo lasciando la cittadella giudiziaria - perché si sa come vanno a finire queste cose in questo Paese. Siamo pronti a presentare appello». Nell’ambito dello stesso procedimento il giudice ha condannato a due anni e quattro mesi Massimo Caprari, ex consigliere comunale di Centro Democratico, e a un anno e dieci mesi Gerardo e Tommaso Addeo, ex collaboratori di Luca Odevaine, ex componente del tavolo di coordinamento per i rifugiati e imputato nel maxiprocesso. Condannato a due anni due mesi anche Paolo Solvi (collaboratore dell’ex presidente del X Municipio, Andrea Tassone). Per tutti l’accusa è corruzione. Infine, il giudice ha anche definito i patteggiamenti per gli ex dirigenti della cooperativa La Cascina. Il gup Alessandra Boffi ha avallato pene che vanno dai due anni e otto mesi ai due anni e sei mesi nei confronti di Francesco Ferrara, Domenico Cammisa, Salvatore Menolascina, Carmelo Parabita. Sono tutti accusati dalla Procura di Roma di corruzione nei confronti di Odevaine, al fine di ottenere l’appalto per la gestione del Cara di Mineo.