Il Sole 7.1.16
Merkel nell’angolo dopo la notte di Colonia
Cancelliera sotto pressione. Le aperture ai rifugiati e i piani del governo rischiano di essere travolti dalle violenze ai danni di decine di donne a Capodanno, subito associate ai flussi migratori
di Luca Veronese
Le aperture di Angela Merkel ai rifugiati, i richiami della cancelliera all’unità della Germania contro ogni reazione xenofoba all’arrivo dei profughi e i piani del governo tedesco per affrontare i flussi migratori rischiano di essere travolti dalle violenze avvenute nella notte dell’ultimo dell’anno a Colonia - ma anche di Amburgo e Stoccarda - dove decine di donne sono state aggredite, derubate e molestate, fino allo stupro in almeno due casi, da bande di uomini ubriachi.
La polizia di Colonia ritiene che gli aggressori fossero almeno mille e che abbiano agito in piccoli gruppi, circondando le vittime, soprattutto nella zona vicina alla stazione ferroviaria della città della Renania, con lo scopo principale di rapinarle. Per il ministro della Giustizia tedesco, Heiko Maas, si sarebbe trattato «di un attacco coordinato». La polizia starebbe infatti indagando su una rete criminale proveniente dalla vicina città di Düsseldorf, composta in gran parte da nordafricani.
Più di cento le denunce ricevute dalla forze di sicurezza dopo le violenze della notte di Colonia: tre presunti colpevoli sarebbero stati individuati ma non ancora arrestati. Molte delle donne molestate hanno testimoniato di aver subito violenza da uomini «all’apparenza di origine araba e nordafricana».
E l’origine, per quanto tutta da verificare, degli aggressori ha immediatamente fatto scattare il collegamento con i tantissimi rifugiati entrati nel Paese nell’ultimo anno infiammando lo scontro sull’integrazione tra culture e religioni diverse. Per Angela Merkel si fa sempre più difficile non solo contenere le derive razziste dell’estrema destra ma anche portare la maggioranza moderata della popolazione sulla sua linea di solidarietà. «Le violenze sono la conseguenza dell’immigrazione senza controlli», ha subito dichiarato, Frauke Petry, leader del partito xenofobo Alternative für Deutschland. L’anno scorso sono state più di 1.600 le aggressioni compiute da gruppi di estrema destra ai danni di rifugiati, picchiati o costretti a fuggire dopo che i loro alloggi sono stati dati alle fiamme.
«Faremo tutto il possibile per identificare quanto prima i colpevoli e punirli, da dovunque arrivino», aveva detto Angela Merkel a caldo, di fronte alle «aggressioni ripugnanti» di Colonia. E ieri il ministro tedesco degli Interni, Thomas de Maiziere, ha ribadito che «bisognerà affrontare la questione a viso aperto» e che «i responsabili delle violenze devono essere puniti,indipendentemente dal loro Paese d’origine». De Maiziere ha duramente criticato la polizia di Colonia per non aver saputo prevenire le violenze e per come ha gestito la fase iniziale delle indagini e ha invitato tutti a «non lasciarsi andare a facili associazioni tra le violenze e i rifugiati».
Nel 2015 la Germania ha accolto poco meno di un milione e 100mila profughi: un dato complessivo che vale cinque volte quello del 2014 e che supera le previsioni dello stesso ministro de Maziere che aveva stimato la scorsa estate l’arrivo di 800mila persone. Si tratta per il 40% di migranti fuggiti dalla guerra in Siria, seguono quelli arrivati dall’Afghanistan e dall’Iraq ma anche da Albania, Kosovo, Iran, Pakistan, Eritrea, Serbia, Macedonia e negli ultimi mesi dal Marocco. Nel solo mese di dicembre le domande di asilo in Germania sono state 127mila, dopo le 206mila di novembre e le 181mila di ottobre. «Siamo determinati a raggiungere una notevole e duratura riduzione degli arrivi per il 2016 attraverso la politica estera, l’intervento dell’Unione europea e nuove misure sul territorio nazionale», ha detto ancora de Maiziere.
Ma dalla Baviera i cristiano-sociali alleati di governo della cancelliera democristiana chiedono di cambiare completamente le politiche sull’immigrazione fin qui adottate. «Sono fermo sulla mia richiesta. La Germania e la Baviera in particolare hanno bisogno già quest’anno di una svolta completa delle politiche sui rifugiati», ha spiegato ieri Horst Seehofer, il leader della Csu bavarese. «In base all’esperienza del passato posso dire che in Germania non abbiamo nessun problema con l’arrivo di 100mila o al massimo di 200mila richiedenti asilo e rifugiati di guerra all’anno. Ma tutto quello che supera tale cifra dal mio punto di vista è troppo», ha dichiarato Seehofer.
Angela Merkel ha sempre respinto questa posizione ma le violenze di Colonia - e le conseguenti tensioni tra tedeschi d’origine, cittadini di origine non tedesca e migranti - potrebbero costringerla a rivedere la politica di accoglienza che ha fin qui sostenuto.