mercoledì 6 gennaio 2016

Il Sole 6.1.16
Sanità. I dati del monitaraggio Aifa nei primi otto mesi del 2015 - Complessivamente la spesa delle strutture è stata di oltre 4 miliardi, il 50% in più del budget
Farmaci, in ospedale «buco» da 1,3 miliardi
di Roberto Turno


Roma La spesa per i farmaci in ospedale che esplode e fa segnare in otto mesi un rosso profondo di 1,34 mld. I ticket e le compartecipazioni pagati dai cittadini in farmacia che continuano a crescere in maniera inarrestabile toccando quota 1,014 mld (+2%), anche se le ricette sono state 8 milioni di meno (-2%). Il tutto, nel più classico dei puzzle che caratterizzano sempre di più l’Italia della salute: la Toscana e la Sardegna abbondano con i consumi di pillole pagate dallo Stato in ospedale, mentre soltanto Trento è morigerata nei consumi; la Campania fa segnare (con Sardegna e Molise) un aumento di ricette e il Veneto viceversa fa segnare un calo delle prescrizioni dei suoi medici quattro volte più basso della media nazionale;la spesa convenzionata netta in farmacia in Lombardia aumenta del 4,3% e in Sicilia invece cala del 6,9; i ticket e le compartecipazioni a Trento fanno un balzo in su del 39,8% e viceversa in Sicilia cadono del 2,5%.
Benvenuti nell’universo della spesa farmaceutica pubblica italiana. Il consueto (e ultimo in ordine di tempo) monitoraggio dell’andamento dei consumi di pillole e sciroppi di Stato elaborato dall’Aifa, l’Agenzia italiana del farmaco - l’Authority che il 28 dicembre scorso ha visto linsediamento alla presidenza del Cda del professor Mario Melazzini al posto del "dimissionato" Sergio Pecorelli - registra implacabilmente storture e discrasie di un sistema farmaceutico regionale a ventuno velocità e altrettanti stili di consumo e di opportunità per gli italiani, che non si possono semplicisticamente attribuire a questioni epidemiologiche locali. È l’Italia della sanità pubblica che marcia così, pericolosamente, in ordine sparso.
Senza farsi mancare niente, peraltro. A cominciare da quello che finora non s’è fatto - accadrà nelle prossime settimane? - per aggiustare una situazione ormai chiaramente rivelatasi insostenibile: la tenuta della spesa farmaceutica ospedaliera, con possibili non marginali effetti anche su quella in farmacia. In questa direzione Governo e regioni hanno cercato di lavorare per mesi e mesi, con le imprese guardinghe ad aspettare gli sviluppi di quella che si è rivelata una vera e propria trattativa. Niente però è andato in porto, e anche la prospettiva di introdurre novità nella legge di Stabilità 2016, è poi naufragata. Il nodo è quello della ridefinizione della governance della spesa di settore, con la revisione degli attuali tetti di spesa (15,85% totale dell’intera spesa sanitaria, di cui il 3,5% in ospedale) e del pay back a carico delle industrie. Questo perché il budget per l’ospedale è considerato da tutti sottostimato, e il suo ripiano spetta fifty-fifty a regioni e industrie. Una situazione che, data l’insostenibilità del rosso annuale, è ormai diventata esplosiva. Complicata dall’ingresso di nuovi e sempre più costosi farmaci innovativi. Resa non solo politicamente più aspra dalla partita dei farmaci (e dei fondi) per l’epatite C, che per il 2015 ammontano a 500 mln extra Fondo sanitario, superati i quali entreranno nella spesa territoriale con ripiani, si presume, a carico delle industrie.
La spesa farmaceutica ospedaliera, intanto, è stata nei primi otto mesi del 2015 pari a 4,01 mld contro un budget di 2,68 mld: oltre il 50% in più, per un disavanzo appunto di 1,34 mld. Particolare non irrilevante il fatto che il tetto del 3,5% è stato superato dappertutto in Italia, con l’eccezion di Trento che s’è fermata poco più giù al 3,4. In tutte le altre regioni l’asticella è stata superata, dove più, dove meno. Dalla Toscana che naviga quasi al doppio del budget col 6,7% - frutto evidente di una politica specifica - alla Sardegna seconda col 6,3%.In Lombardia si registra il rosso più elevato con 1202 mln, nonostante un tetto di spesa (5,1%) meno pesante della Toscana, che ha accusato un disavanzo di 156,6 mln.