giovedì 21 gennaio 2016

Il Sole 21.1.16
Merkel ribadisce l’opposizione a una quota
Germania sotto pressione. La cancelliera difende la posizione davanti ai suoi più feroci critici, gli alleati bavaresi della Csu, e insiste per una soluzione europea
di Alessandro Merli

FRANCOFORTE Il cancelliere tedesco Angela Merkel ha cercato di difendere ieri, davanti ai suoi più feroci critici, gli alleati cristiano-sociali della Csu, la sua politica sui rifugiati. Ripetendo la sua opposizione all’imposizione di un tetto agli arrivi, ma di essere impegnata a ridurne «in modo notevole il numero» attraverso una soluzione europea, per la quale il prossimo appuntamento importante sarà il vertice Ue di febbraio, e con la collaborazione della Turchia.
La sua posizione è stata però resa ancor più scomoda da un intervento del presidente della Repubblica, Joachim Gauck, che a Davos ha sostenuto che limiti agli ingressi potrebbero rendersi «moralmente e politicamente necessari» per assicurare l’accettazione dei rifugiati e bilanciare le esigenze umanitarie di accoglienza con la richiesta dei cittadini che la società tedesca continui a funzionare. «Se i democratici non parlano di limiti, lo faranno i populisti e gli xeonofobi», ha detto Gauck, che, seppure non abbia alcun potere esecutivo, è portatore di un’autorità morale che gli viene riconosciuta nel Paese per il suo passato di pastore luterano nella ex Germania dell’est. Un altro elemento che complica la posizione della signora Merkel è l’annuncio da parte dell’Austria di voler dimezzare quest’anno il numero dei rifugiati ammessi a richiedere asilo. In privato, il cancelliere si sarebbe dichiarata contrariata dall’annuncio del Governo austriaco.
Angela Merkel si è recata ieri, per la terza volta nel giro di un mese, a incontrare la Csu, partito gemello bavarese della sua Cdu, che sta facendo un’opposizione durissima alla sua linea di aprire le porte ai rifugiati, stavolta nel “ritiro” del partito a Wildbad Krauch, sulle Alpi bavaresi. L’accoglienza è stata piuttosto gelida, come le temperature sulle montagne circostanti, che in questi giorni sono finite al di sotto di -20°.
Il presidente della Baviera, il land dove si registra la stragrande maggioranza degli arrivi, e leader della Csu, Horst Seehofer, ha minacciato di presentare ricorso contro il Governo davanti alla Corte costituzionale, un fatto senza precedenti all’interno della coalizione di governo, se non verranno imposti controlli alle frontiere e se non verrà ristabilito l’ordine. Un altro esponente di spicco della Csu, il ministro dei Trasporti, Alexander Dobrindt, famoso per aver definito il presidente della Banca centrale europea, Mario Draghi, «un falsario» e fautore del pedaggio sulle autostrade tedesche a carico solo degli automobilisti stranieri, ha chiesto esplicitamente la chiusura delle frontiere. La Csu ha avanzato la richiesta che gli ingressi di rifugiati vengano limitati a 200mila, dopo che l’anno scorso hanno superato il milione. La stessa cifra è citata in una lettera al cancelliere, firmata da 44 deputati dei due partiti dell’unione democristiana, in cui si afferma che quella dei rifugiati bon è più una «grande sfida» come l’aveva definita Angela Merkel, ma che la situazione vede un Paese «travolto» dagli arrivi dal Medio oriente e dal Nord Africa. I contestatori si astengono per il momento dal mettere apertamente in discussione la posizione del capo del Governo e anzi hanno abbandonato per ora l’idea di una mozione parlamentare sulla questione rifugiati.
Ad aggravare le difficoltà della signora Merkel, soprattutto dopo le violenze della notte di Capodanno a Colonia contro centinaia di donne da parte di bande di immigrati, fra cui alcuni rifugiati, contribuisce il fatto che le sue opzioni per affrontare la crisi finora non sembrano aver dato risultati. La cosiddetta opzione europea ha visto invece i Paesi dell’Ue procedere in ordine sparso e anche le decisioni prese, come quella di ripartire su tutti i Paesi i migranti arrivati in Italia e Spagna, non hanno trovato applicazione, mentre i Paesi dell’Est hanno adottato una politica di muri e di chiusure delle frontiere. La collaborazione con la Turchia perché trattenga un maggior numero di persone stenta a sua volta a decollare. È uno dei problemi che il cancelliere cercherà di avviare a soluzione domani in un incontro a Berlino con il Governo turco. Ma i tempi della politica tedesca si stanno facendo sempre più stretti.