mercoledì 6 gennaio 2016

Il Fatto 6.1.16
Licenziamenti sindacali, quando la bestemmia può essere fatale
di Salvatore Cannavò


Alla Lyondell Basell di Ferrara, una bestemmia scappata nel corso della trattativa è costata il posto di lavoro al delegato sindacale Luca Fiorini, 52 anni e da 27 dipendente dell’azienda. Il rappresentante della Filtcem-Cgil è stato prima sospeso e poi, domenica 3 gennaio, licenziato. Forte lo stupore e poi l’irritazione dei sindacati ma anche del sindaco di Ferrara. Subito è scattata la gara di solidarietà, anche via social network.
IL PUNTO è se, davvero, come insistono i sindacati, e lo stesso Fiorini, una simile decisione rappresenta o meno un segnale, una tendenza che si fa strada nel mondo del lavoro, già pesantamente segnato dal Jobs act e dagli attacchi di Matteo Renzi al sindacato. Si pensi, ad esempio, anche al caso di Marie Claire, dove Alba Solaro, caporedattore centrale della rivista, è stata licenziata “per giustificato motivo oggettivo”. Cioè per ragioni economiche, sulla base della legge Fornero, dovute a un calo della pubblicità. Licenziamento comunicato il 29 dicembre, a redazione semivuota, definito dal sindacato Fnsi “un brutto precedente”.
Alla Basell i termini della questione sono evidenti già nelle parole dell’azienda. “A metà dicembre un dipendente, durante un incontro tra Rsu e direzione aziendale, ha assunto un comportamento deplorevole e inappropriato,
violando la policy relativa alla violenza sul posto di lavoro”. L’azienda non specifica cosa sia successo e per capirlo occorre leggere la lettera con cui Fiorini si è scusato: “Ritengo di dovermi scusare per le mie espressioni irriguardose a sfondo religioso, se hanno offeso la sensibilità di qualcuno tra i presenti”. La probabile bestemmia, quindi, è stata seguita da un contatto incidentale con un dirigente dell’impresa: “Io, dice Fiorini, ho appoggiato solo una mano sulla sua spalla”. Fiorini è alto 1,67 metri e pesa 58 chili, esclude quindi di poter aver aggredito un uomo alto e massiccio come il dirigente aziendale. Ma l’azienda ha attivato un’indagine che poi ha portato al licenziamento per violazione della legge, del contratto collettivo nazionale del lavoro e della “Policy della Società (violenza sul posto di lavoro)”.
“LA DECISIONE di licenziare è una roba fuori dal mondo” dice la Cgil, “Basell non aspettava altro che rifarsi dopo la revoca dei due licenziamenti del 10 dicembre: è un attacco al sindacato”. Un attacco al sindacato in chiave aziendale, quindi. Può succedere che in un confronto sindacale il clima tra le delegazioni si faccia pesante. Anche aspro. E può scappare una bestemmia. Del resto, non è stata la bestemmia a occupare la scena del Capodanno televisivo? E il direttore del Tg1 non ne ha minimizzato l’importanza?