«i gruppi degli estremisti ebrei»
Corriere 10.1.16
Israele, profanato il cimitero dei monaci salesiani
Nel santuario sepolti religiosi italiani. La pista degli estremisti ebrei. La comunità cristiana: basta impunità
di Davide Frattini
GERUSALEMME
Le croci in pietra e di legno portano i nomi dei monaci italiani che a
Beit Jamal hanno vissuto e sono morti. Oltre una decina è stata divelta
dal prato, spezzata e distrutta in segno di disprezzo: i vandali non
vogliono accettare quel monastero sulle montagne verso Gerusalemme dove —
credono i sacerdoti salesiani — è stato seppellito in una grotta Santo
Stefano.
L’attacco è avvenuto alla metà dello scorso dicembre ed è
stato denunciato ieri da Wadi Abunassar, consigliere dell’assemblea dei
vescovi di Terra Santa, che ha ricordato le devastazioni nello stesso
cimitero perpetrate già nel 1981 e le scritte anti-cristiane dipinte sui
muri del palazzo nel 2014. «Non è il primo episodio di questo genere e
non vogliamo che finisca come in passato: “assalitori ignoti” che non
vengono arrestati. Esortiamo le autorità israeliane a trovare i
responsabili», commenta il portavoce del Patriarcato latino di
Gerusalemme. «Il governo deve sforzarsi per educare tutti gli abitanti
al rispetto gli uni degli altri».
Essaoui Frej, deputato
dell’estrema sinistra, ha denunciato «l’impunità concessa a queste bande
che continuano a colpire indisturbate perché non vengono considerate
come organizzazioni terroristiche».
A metà dello scorso giugno un
incendio ha devastato la chiesa della Moltiplicazione dei Pani e dei
Pesci a Tabga nel nord del Paese e lo Shin Bet, il servizio segreto
interno, aveva subito puntato le indagini tra i gruppi degli estremisti
ebrei anche perché la rivendicazione marcata sulle pareti del palazzo
lasciava pochi dubbi: «I falsi idoli saranno distrutti» stava scritto,
come proclama una preghiera recitata tre volte al giorno dagli
osservanti. Il presidente Reuven Rivlin aveva condannato l’attacco e
aveva dichiarato che «Israele come Stato e come società ha il dovere di
proteggere e preservare i luoghi santi di tutte le religioni».
Alla
fine di luglio sono stati arrestati cinque giovani che vivono negli
avamposti illegali in Cisgiordania, quei «ragazzi delle colline» che si
oppongono a qualunque accordo con i palestinesi. Credono con fervore —
come scrive l’atto d’accusa dei magistrati — che «solo chi combatte la
cristianità possa chiamarsi ebreo». Oltranzisti religiosi che si sono
opposti anche alla preghiera di Papa Francesco nella sala del Cenacolo
durante la visita del maggio 2014, in quell’edificio che è tra i più
contesi tra le pietre contese di Gerusalemme: ricostruito dai crociati,
affidato da Roberto d’Angiò e dalla regina Sancha di Napoli ai
francescani, conquistato da Solimano il Magnifico che lo trasformò in
moschea, venerato dagli ebrei ultraortodossi che lo considerano il luogo
dove venne seppellito re David e.