mercoledì 27 gennaio 2016

Corriere 27.1.16
Referendum
Posizioni rigide che nascondono obiettivi ancora coperti
di Massimo Franco

Il referendum adesso è evocato esplicitamente. Viene «messo nel conto» dal ministro dell’Interno, Angelino Alfano, leader del Ncd. Punterebbe ad abrogare la riforma delle unioni civili nel caso sia approvata anche con l’adozione dei bambini da parte delle coppie omosessuali. La cosa singolare è che la presa di posizione arriva in coincidenza con quella del Consiglio d’Europa che chiede all’Italia di «riconoscere le coppie dello stesso sesso », come ha stabilito la Corte europea nel luglio scorso e «come accade nella maggior parte degli Stati membri».
Non è chiaro se queste spinte siano destinate a favorire un compromesso in Senato o a complicarlo. La prospettiva di una guerra referendaria forse preoccupa più il Vaticano che Palazzo Chigi. Da settimane, la cerchia papale osserva quanto sta accadendo a Palazzo Madama e nel governo con un filo di preoccupazione. Vede nella determinazione di Matteo Renzi a fare approvare la legge firmata da Monica Cirinnà una forzatura ideologica. Evita, tuttavia, di intervenire in modo diretto, nella convinzione che il Family Day del 30 gennaio non debba diventare una manifestazione sovrastata da parole d’ordine troppo radicali e «referendarie».
Nei giorni scorsi il nome di Alfano è affiorato dopo che il ministro aveva già adombrato l’ipotesi di una consultazione. E le sue parole erano state accolte con freddezza. Il fatto che il presidente della Cei, Angelo Bagnasco abbia rimarcato l’appoggio dei vescovi agli organizzatori non cambia uno sfondo di sostanziale prudenza. In Parlamento, però, l’atmosfera è diversa. Ieri i senatori del Pd hanno espresso all’unanimità di volere approvare «una buona legge». La formula lascia indovinare la volontà di smussare i contorni della parte riguardante le adozioni: punto sul quale è difficile piegare le resistenze trasversali. Si tratta di perplessità presenti non solo della cosiddetta «ala cattolica» del partito, ma più estese: attraversano anche Forza Italia. Le richieste di rinviare di un paio di mesi la riforma fotografano uno stallo che la compattezza del Pd esorcizza ma non supera. È poco verosimile che il Ncd di Alfano receda dalla sua scelta di identità: sì alle unioni, non alle adozioni. Tanto più dopo che Silvio Berlusconi si è schierato a favore della riforma, deludendo un pezzo di elettorato.
Il Nuovo centrodestra spera di prendersene almeno una parte alle amministrative di giugno: lo stesso calcolo attribuito a Renzi per arginare uno smottamento a sinistra della maggioranza. Non bastasse, c’è da chiedersi se un Movimento 5 stelle sulla difensiva sia disposto a consegnare la vittoria al premier appoggiandolo sulle unioni civili.
In apparenza è tutto chiaro. In realtà, si notano margini di ambiguità che coprono le vere intenzioni delle forze politiche. E preparano qualche sorpresa.