Corriere 23.1.16
Mezzo mondo è fra l’India e la Cina. Come vive (e che problemi affronta)
Lo studio della Nasa. Dai figli alle megalopoli, i temi demografici decisivi
di Guido Santevecchi
PECHINO
Il mondo diviso in quadrati di cinque chilometri per cinque: quelli
gialli sulla mappa rappresentano le aree dove vivono più di 8 mila
persone, le zone nere riflettono quelle meno abitate. Lo studio si basa
su rilevazioni satellitari della Nasa elaborate dal blog Metrocosm ed
evidenzia quello che già tutti sappiamo: l’Asia è il continente più
popoloso, la regione del Gange indiano e la Cina, soprattutto con le sue
città costiere, brulicano di esseri umani. America, Africa ed Europa al
confronto sono scure.
Ma che cosa significa vivere in un Paese
come la Cina che ha il record di popolazione con 1.374.220.000 anime?
Già per pronunciare la cifra bisogna prendere fiato: un miliardo
trecentosettantaquattromilioni e duecentoventimila. L’India segue con
1,252 miliardi di abitanti. Pechino, preoccupata dalla bomba
demografica, nel 1979 aveva imposto alle famiglie la politica del figlio
unico. Dopo 35 anni le autorità dirigiste si sono rese conto dei danni
materiali (non di quelli umani) di quella scelta. La popolazione attiva
sta invecchiando, gli ultra 65enni che oggi sono 131 milioni, nel 2030
saranno 243 milioni, un incremento dell’85%, mentre i cinesi in età
lavorativa nel 2050 potrebbero essere tra i 100 e i 200 milioni in meno.
La Banca mondiale avverte che «la Cina rischia di diventare vecchia
prima di raggiungere il benessere». Quindi, contrordine: meglio avere un
secondo figlio, perché le autorità della pianificazione hanno calcolato
che un bambino in più per famiglia aggiungerà uno 0,5% all’anno di
crescita del Pil .
Si discute se sia meglio concentrare i cinesi
in nuove megalopoli o farli confluire in città più piccole (per i
criteri della Repubblica popolare), tra i 500 mila e il milione di
abitanti. Tutti calcoli fatti a tavolino, senza interrogare i futuri
(presunti) genitori che nel frattempo, come noi italiani, hanno deciso
che un secondo figlio è un lusso difficile da permettersi: anche i
cinesi fanno i conti con case piccole e molto costose, istruzione
onerosa, discriminazione per le madri che lavorano e anche egoismo,
naturalmente.
La stampa cinese ha appena scoperto un altro
fattore, sorprendente. Nella città di Qingdao un gruppo di bambini di
quarta elementare aveva costituito un’associazione segreta per
convincere i genitori a non avere il secondo figlio. L’ha denunciata un
insegnante che si era accorto di strane riunioni di otto dei suoi
scolari. Il maestro ha detto che i bambini temevano che la nascita di un
fratellino o una sorellina avrebbe sottratto l’amore esclusivo dei
genitori. Sui social network qualcuno ha ricordato che i «piccoli
imperatori» non avrebbero tanta paura di non essere più i soli cocchi di
mamma e papà se i genitori cinesi non avessero preso la brutta
abitudine di minacciarli, quando si comportano male: «Guarda che se non
fai il bravo facciamo un altro figlio».
Abbiamo parlato di Asia.
Ma secondo uno studio Onu, nel 2100 la popolazione mondiale toccherà gli
11 miliardi e metà della crescita sarà in Africa. La mappa cambierà.