sabato 16 gennaio 2016

Corriere 16.1.16
Condannato per tangenti Galan si tiene lo stipendio da parlamentare
I 5 Stelle: Pd complice
di Virginia Piccolillo

ROMA «No, no. Non posso parlare di nulla». È cortese, ma determinato, Giancarlo Galan. E, al telefono, dribbla le domande su quell’assegno da onorevole che continua a percepire, malgrado la condanna a due anni e 10 mesi, da lui stesso patteggiata dopo 78 giorni di carcere per le tangenti da 4 milioni di euro sul Mose, la diga mobile di Venezia. Agli arresti domiciliari Galan non può svolgere la sua attività parlamentare. Ma l’entità della pena è troppo lieve per perdere il diritto al vitalizio. Quanto allo stipendio, il presidente della commissione Cultura della Camera dei Deputati, continuerà a incassarlo fino a che non verrà dichiarato decaduto. Dalla prossima settimana inizierà l’iter per la decadenza, ha garantito il capogruppo del Pd in Giunta, Giuseppe Lauricella, minimizzando le accuse dei Cinquestelle al partito di Matteo Renzi, ovvero di aver fatto da stampella all’ex presidente della Regione Veneto, disertando la riunione in Giunta di giovedì scorso. Quella che avrebbe potuto porre fine al mandato di Giancarlo Galan, a tre mesi dalla sua condanna. «La diserzione di massa del primo partito del Parlamento non può essere casuale», ha gridato il M5S dopo la riunione, sospettando un ordine di scuderia, mirato a far percepire soldi pubblici a Galan «per più tempo possibile». «È inaccettabile» ha rincarato ieri Ignazio Messina (Idv).