Corriere 13.1.16
Gli Uffizi aprono alla moda. «È cultura»
Il ministro Franceschini all’inaugurazione del Pitti: abiti nei luoghi dell’arte e della bellezza
La fatica di «fare sistema» e la sfida del Comitato italiano, composto dalle associazioni
di Flavia Fiorentino
Firenze
«È doveroso essere qui, non riuscivo a credere che questa fosse la
prima volta che un ministro della Cultura partecipasse all’apertura di
Pitti. La moda è una parte essenziale del nostro patrimonio culturale e
in un mix di eccellenze, accanto allo shopping e all’enogastronomia,
rappresenta il cuore della nostra offerta turistica, apprezzata in tutto
il mondo».
Il ministro dei Beni culturali Dario Franceschini,
durante la cerimonia inaugurale dell’89esima edizione di Pitti Uomo, che
ha preso il via ieri a Firenze con 1205 marchi (di cui il 44%
stranieri) e 25 mila compratori, ha anche annunciato che aprirà alla
moda «i luoghi dell’arte e della bellezza. A partire dalla Galleria
degli Uffizi e di Palazzo Pitti che, attraverso un accordo appena
concluso, proprio con Pitti Immagine, ospiteranno mostre e studi
dedicati alla moda».
Per ora non si parla di sfilate, come ha
precisato il direttore degli Uffizi Eike Schmidt, perché «per ospitarle
bisogna tenere conto in quale spazio possano andare in scena e se ad
esempio ci fossero affreschi, andrebbero prese le dovute precauzioni:
nelle sale degli Uffizi, dove ci sono opere d’arte, non ci saranno
passerelle, ma altri spazi potranno essere presi in considerazione».
Sottolineando il grande valore economico e culturale del settore,
Franceschini ha insistito sulla necessità di «un patto tra il mondo
della moda e il mondo della cultura senza barriere ideologiche o
snobistiche perché sono due pezzi dell’identità nazionale e questo dà
una carta in più alla competitività dell’intero Paese».
Un Paese
che, nonostante rappresenti il 36 per cento del fatturato europeo del
settore moda abbigliamento (contro il 23% della Francia) fatica ancora a
«fare sistema». Su questo fronte, ha annunciato l’ad di Pitti Raffaello
Napoleone, il 21 dicembre, presso il ministero dello Sviluppo economico
è stato firmato un protocollo tra tutte le associazione italiane della
moda e del mondo fieristico «che hanno dato vita al Comitato italiano
per la moda e il 27 gennaio a Roma ci sarà il primo incontro».
Il
ministro Franceschini ha poi voluto ricordare il restauro di importanti
monumenti finanziato da griffe internazionali «mentre questa generosità e
lungimiranza non l’ho ancora vista da parte di imprenditori in altri
campi, nemmeno ora che il bonus fiscale è stato stabilizzato».
In
particolare, il ministro ha ammesso che «la moda, in quanto prodotto di
arte contemporanea è stato sempre un po’ trascurato da chi ha avuto
responsabilità politiche nel settore culturale perché troppo “assorbito”
dalla tutela del patrimonio storico-artistico del Paese e nella sua
valorizzazione». Per Franceschini è invece giunto il momento «di
investire sul presente, come è stato fatto ad esempio nel Regno Unito
che ha una un’industria culturale e creativa molto vivace».