martedì 8 dicembre 2015

Repubblica 8.12.15
L’amaca
di Michele Serra


LA VICENDA del “salva-banche” che però non salva qualche decina di migliaia di risparmiatori è tecnicamente complicatissima; e un paio d’ore passate a leggere cronache e commenti non bastano (almeno nel mio caso) a rendere chiara una vicenda così opaca. Ma forse il punto è proprio questo: che l’opacità della materia, la sua illeggibilità da parte delle persone semplici, mette queste ultime nella condizione di vittime predestinate. Carne da cannone di una guerra che li sovrasta, le alchimie finanziarie che sfuggono a ogni controllo e la politica che cerca di mettere qualche paletto, come fermare uno tsunami a mani nude. La distanza tra ordinary people e cerchia dei potenti è sempre stata smisurata; ma la democrazia ci aveva abituati a credere che quella distanza fosse meno scandalosa che in passato. In circostanze come queste — risparmiatori stritolati da crisi delle quali portano zero responsabilità — ci si ritrova di fronte a una distribuzione brutale e arcaica del potere: pochissimi che decidono, moltissimi che subiscono. Il famigerato populismo nasce esattamente da questa vertiginosa impotenza; nonché dal fallimento della politica (della sinistra specialmente) come rappresentante delle moltitudini, mediatrice tra chi sa e chi non sa, chi può e chi non può. Ovvio che in piazza, accanto ai risparmiatori rovinati, ci siano i populisti. Di tutti gli altri si sta perdendo traccia, come la Francia insegna.