martedì 22 dicembre 2015

Repubblica 22.12.15
Così Cagliari è diventata capitale culturale
di Mauro Lissia


CAGLIARI In principio era un sogno: Cagliari capitale europea della cultura. Ceduto il passo alle meraviglie di Matera, alla fine è arrivato comunque il sigillo del Mibact: il capoluogo della Sardegna è una delle capitali italiane della cultura per il 2015. È bastato perché la città si trasformasse in una fabbrica di progetti che nelle speranze dell’amministrazione guidata dal sindaco Massimo Zedda dovrà ridisegnarne il volto. Maria Paola Zedda, nessuna parentela col capo dell’esecutivo comunale, è stata uno dei motori organizzativi e ideativi del programma. Programma ambizioso, anche complesso, che i cagliaritani hanno vissuto come novità assoluta. Difficile stabilire tra le iniziative una graduatoria di valore. Certo è che il rapporto avviato tra Cagliari e il Museo Ermitage di San Pietroburgo offre alla città una prospettiva culturale di respiro internazionale: si tratta di una collaborazione triennale che parte con questa esposizione dai contenuti inediti Eurasia, fino alle soglie della storia, capolavori dal Museo Ermitage e dai Musei della Sardegna.
A promuoverla sono il Comune di Cagliari, il Museo Statale Ermitage con il Mibact-Soprintendenza Archeologia Cagliari e il Polo Museale Regionale della Sardegna, la Regione Sardegna e la Fondazione Banco di Sardegna. I curatori: Marco Minoja, Anna Maria Montaldo e Yuri Piotrowsky con l’allestimento di Angelo Figus. Per Maria Paola Zedda «non è solo di un evento importantissimo dal punto di vista scientifico e culturale - oltre 250 le opere dal museo russo tra ori, bronzi, corredi funebri e oggetti d’uso comune dal 5000 a.C., 100 dai musei sardi e 30 da altre istituzioni italiane a testimoniare parallelismi e incroci nello sviluppo della civiltà preistorica dai popoli del Caucaso alla civiltà nuragica – ma soprattutto è un momento fondamentale del processo di ricostruzione e di apertura della città». Il tutto all’interno di un programma – Space in the place/ percorsi d’arte pubblica – che «ha reso Cagliari cantiere culturale, un laboratorio di sperimentazione e produzione nell’arte, nella musica, nel teatro, nella danza, che ha coinvolto nelle sue varie fasi grandi artisti internazionali e le diverse comunità che compongono la città».
Spesso i progetti sono come le speranze, il 2015 ha offerto ai cagliaritani occasioni reali di sperimentare la città che si vorrebbe. Le cifre rendono l’idea: dallo scorso aprile 175 eventi organizzati dal Comune di Cagliari, coinvolti 1468 artisti, operatori e professionisti del settore creativo, 50 associazioni partner, 20 comuni, 71 volontari della capitale, 3750 bambini hanno partecipato attivamente alla costruzione degli eventi e sono 5348 i cittadini coinvolti nei progetti culturali. Grandi nomi del mondo della cultura, dell’arte e dello spettacolo si sono confrontati con Cagliari in un intreccio tra arte, danza, musica, fotografia e cinema, dai Future Farmers a Enzo Cosimi e Fabio Quaranta, da Mike Cooper al premio Oscar Luis Bacalov. Ancora il coreografo Maurizio Saiu e l’artista e performer turco-tedesca Nezaket Ekici, Maria Papadimitriou, Signe Lidèn, il canadese Christof Migone, Daniela Cascella, il grande coreografo greco Dimitris Papaioannou, Ettore Favini, Tellas, Pierre Sauvageot, artista e compositore e direttore di Lieux Publics. A Cagliari – città che insieme a Londra, Barcellona e Nantes sperimenta il progetto pilota Zeus per autobus elettrici, al secondo posto in Italia per la mobilità pubblica dopo Milano «la cultura – raccontano con orgoglio gli organizzatori – è diventata spettacolo, emozione, contaminazione, ma soprattutto parte integrante e motore del processo di cambiamento».