domenica 20 dicembre 2015

Repubblica 20.12.15
Maurizio Bettini scrive un’opera per ritrovare le nostre radici. Un modo per riscoprire le narrazioni classiche, a cominciare dalla sfida di Prometeo
Il racconto dei racconti custodito nei grandi miti
di Tomaso Montanari


Ecco un libro che può abbattere il divario estremo tra le generazioni, anzi gettare un ponte per metterle in comunicazione: Il grande racconto dei miti classici, scritto magnificamente da Maurizio Bettini e illustrato sontuosamente dal Mulino. Bettini fa ciò che i nostri studiosi (sia umanisti che scienziati) non fanno quasi mai: riesce a parlare a tutti, a rendere letteralmente popolare il suo argomento di ricerca. Lo fa senza paternalismi, e senza scorciatoie o ammiccamenti attualizzanti: con un garbo da narratore intorno al focolare che riesce a restituire la sostanza e la forma del discorso del mito. Una forma che non conosce ortodossie, forme esclusive, verità assolute: ma che esiste solo nel momento in cui una voce canta per una comunità, tessendo il filo che lega insieme l’immaginario e l’orizzonte morale delle generazioni che si avvicendano intorno a quel fuoco.
Conoscere il repertorio di destini, situazioni, condotte morali contenute nel mito serve a costruire un’identità comune. Non intesa come una radice che ci avvinca ad un passato paralizzante, ma come la corrente di un fiume che accoglie acque diverse, pur correndo in un’unica direzione (e la metafora è di un altro bellissimo libro di Bettini: Contro le radici). Penso ai bambini che frequentano una classe in cui più di metà dei compagni vengono da paesi remoti: con altri miti e altri linguaggi. Per loro crescere condividendo la consapevolezza che è meglio essere come Prometeo che come suo fratello Epimeteo, o sapere quale differenza corra tra l’allocco Ascalafo e la civetta di Atena significa costruire un alfabeto condiviso: non un passato, ma un futuro comune. Questa fiducia in ciò che Salvatore Settis ha chiamato “futuro del classico” appare un antidoto vitale alla trasformazione del passato nel fantasy complottistico che ci viene propinato dalla tv, ma anche da molti libri scadentissimi, quanto fortunati. Questi si limitano a proiettare sul passato l’ombra deformante del presente: lasciandoci con le nostre solitudini e fissazioni, appena travestite in costume (pseudo) storico.
Il grande racconto dei miti classici fa tutto il contrario. Scrive Bettini: «La mitologia dei Greci è un’opera collettiva e individuale nello stesso tempo, in essa la tradizione e l’innovazione si susseguono senza posa, come le onde del mare». Tenere insieme tradizione e innovazione, il pensiero individuale e la partecipazione a un cultura diffusa: è un po’ come salvare una scintilla, e nasconderla nel gambo di una finocchiella selvatica. Perché il fuoco, prima o poi, torni a divampare. Ce l’ha insegnato Prometeo, no?
IL GRANDE RACCONTO DEI MITI CLASSICI di Maurizio Bettini Il Mulino pagg. 503, euro 48