giovedì 17 dicembre 2015

Repubblica 17.12.15
“Una vera sorpresa siamo pronti a sconvolgere le nostre teorie”
di Gian Francesco Giudice


GINEVRA I dati dell’Lhc sono come uno spoglio elettorale. Quando escono i risultati dello scrutinio delle prime sezioni, un partito può sembrare in vantaggio. Ma celebrare il successo troppo presto può trasformarsi in una brutta figura. La stessa cosa avviene con i risultati dell’Lhc. La natura probabilistica della meccanica quantistica fa sì che per capire il comportamento delle particelle subatomiche sia necessario studiare un numero enorme di collisioni tra protoni. A partire da giugno, l’Lhc è entrato nella sua fase più avanzata, in cui l’energia dei fasci di protoni è aumentata di più del 60% rispetto alla scoperta del bosone di Higgs. Maggiore è l’energia, maggiore è la capacità di esplorazione. Per questo tutti noi fisici eravamo col fiato sospeso martedì al Cern per la presentazione dei dati della nuova fase. L’attesa è stata ripagata perché una sorpresa c’è stata. I due grandi rivelatori, Atlas e Cms, hanno registrato un piccolo, ma significativo, eccesso di fotoni (cioè lampi di luce) ad un particolare valore di energia. Che cosa vuol dire tutto questo? Forse nulla. Ma se questo eccesso di fotoni persistesse, saremmo di fronte a una scoperta sensazionale. L’osservazione di un eccesso di fotoni è stato uno dei modi chiave con cui è stato scoperto il bosone di Higgs. Questo nuovo eccesso, se confermato, corrisponderebbe a un’ipotetica particella sei volte più pesante, che non trova spazio nella teoria standard e che metterebbe in crisi le attuale conoscenze, aprendo uno spiraglio verso fenomeni finora rimasti sepolti nella profondità dello spazio-tempo. All’inizio della primavera, l’Lhc ripartirà a produrre collisioni tra protoni di alta energia a un ritmo ancora più elevato. Nel frattempo, i fisici teorici sono già impegnati in frenetiche discussioni sul significato di questi dati, formulando ipotesi e scribacchiando equazioni su ogni lavagna che trovano al Cern. I nuovi dati dell’Lhc potrebbero indicare l’inizio di uno sconvolgimento della nostra comprensione del mondo delle particelle. Forse.
L’autore è direttore del dipartimento di fisica teorica del Cern