sabato 12 dicembre 2015

Repubblica 12.12.15
“La pillola dei 5 giorni dopo è introvabile nelle farmacie”
Da Milano a Palermo percorso a ostacoli per comprare il contraccettivo I pretesti al bancone: da “serve la ricetta” a “siamo obiettori di coscienza”
Federfarma: “La legge prevede la vendita alle maggiorenni senza bisogno di prescrizione”
di Cristiana Salvagni


ROMA «È finita». «Per comprarla serve la ricetta medica». «Non ce l’abbiamo perché è un farmaco abortivo e qui facciamo obiezione di coscienza». Le motivazioni sono le più diverse ma il risultato, per la donna al banco della farmacia, è sempre lo stesso. Quello di non poter comprare ellaOne, il farmaco contraccettivo d’emergenza meglio conosciuto come “la pillola dei cinque giorni dopo” perché è efficace nel prevenire una gravidanza indesiderata fino a 120 ore dopo il rapporto sessuale ritenuto a rischio.
In Italia l’ulipristal acetato (questo il suo nome tecnico) è in vendita dall’aprile del 2012. Ma dal 9 maggio scorso si può acquistare anche senza ricetta medica: la prescrizione resta obbligatoria per le ragazze che hanno meno di 18 anni, mentre è necessario presentare una delega dell’interessata se a fare l’acquisto è un uomo. Eppure la difficoltà a procurarsela, da Treviso a Palermo, resta.
Lo denuncia una videoinchiesta di Repubblica. it nelle farmacie di Milano: «Qui non ce l’abbiamo e non so se le altre farmacie ce l’abbiano: se sono obiettori possono rifiutarsi di venderla », spiega ai cronisti una farmacista. «Cinque giorni dopo è tanto, ha già le braccine!» le fa eco un’altra.
Lo conferma l’associazione onlus Vita di donna. «Ogni giorno riceviamo da tutta Italia tra le sei e le dieci chiamate di donne in difficoltà: tre su quattro ci dicono che in farmacia ellaOne non c’è, che non gliela vogliono dare, che serve la prescrizione medica», accusa la presidente Elisabetta Canitano, ginecologa della Asl di Roma. «L’altro giorno al consultorio di Fiumicino si è presentata una ragazza di trent’anni, neanche una bambina, cui il farmacista aveva risposto “Non sarà meglio presentarsi con una ricettina del medico?”. Un’altra, al telefono da Palermo, mi ha detto di aver girato cinque farmacie, che non c’era verso di averla».
Che si fa in questi casi? «Noi sproniamo tutte a far valere i propri diritti: a presentarsi con il documento, citare la legge 105 dell’8 maggio 2015, e chiedere la pillola senza esitazioni. In questo modo la reticenza dei farmacisti spesso viene superata. Ma se neanche questo basta, allora bisogna chiamare i carabinieri », continua Canitano. «Il problema è che le donne vanno a chiedere aiuto, sperano che il farmacista sia solidale, metre molti di loro pensano che vendere un contraccettivo senza ricetta sia cedere al libertinaggio. Si sentono i custodi del buon costume. Ma non possono appellarsi all’obiezione di coscienza, perché ellaOne non è un abortivo».
Non sta comunque al farmacista, dice Federfarma, decidere se dispensare o meno un medicinale. «Nel caso di ellaOne il suo compito è solo accertarsi che l’acquirente sia maggiorenne o, se minorenne, che abbia la prescrizione. Se non ce l’ha disponibile, deve procurarselo il prima possibile», spiega la presidente Annarosa Racca. «Se poi c’è un obiettore di coscienza, deve esserci anche un’altra persona che non lo sia. Il farmacista ha un ruolo di riferimento, spesso dà consigli e risolve i problemi delle persone. Ma comunque non spetta a lui stabilire se un medicinale sia abortivo o meno: siamo il primo presidio sul territorio del sistema sanitario nazionale. Dobbiamo dispensare ciò che viene richiesto».
Sulla riluttanza a vendere la pillola dei cinque giorni dopo si è espressa, più volte, anche la Federazione ordini professionali dei farmacisti. È di due mesi fa una circolare che chiede di rispettare «scrupolosamente» la legge sulla vendita di ellaOne, così come prescritto dal ministero della Salute. «Ma se il messaggio non è passato — commenta il presidente Andrea Mandelli — manderemo un’altra comunicazione per ribadire il concetto».