La Stampa 31.12.15
Addio al sociologo dell’eclissi del sacro
È morto a 88 anni Sabino Acquaviva, studiò gli anni di piombo e i media
di Maria Corbi
È morto Sabino Acquaviva, tra i maggiori esponenti del dibattito sociologico, che ha alimentato ponendo grande attenzione alla religione e alla crisi dei valori dell’età contemporanea. Aveva 88 anni, lascia la moglie Eugenia e i figli Francesco e Chiara. Nato a Padova il 29 aprile 1927, aveva insegnato dal 1967 al 1971 all’Università di Trento per poi diventare professore di sociologia all’Università di Padova, di cui fu preside dal 1977 al 1978 e direttore del dipartimento di sociologia dal 1985 al 1988. È stato anche membro del comitato scientifico della Facoltà di Legge ed Economia dell’Università di Nizza.
Il suo libro L’eclissi del sacro nella società industriale, pubblicato nel 1961, ebbe un successo internazionale, diventando un manuale studiato in tutto il mondo. Grazie alla sua diffusione, entrò in contatto con accademici internazionali che lo invitarono a insegnare nei loro atenei: a Chicago, a Bruxelles, a Oxford (dove fu Visiting Fellow, nel 1975 e nel 1976, presso l’All Souls College), ma anche a Aix-en-Provence, Dublino, Bonn, Madrid, Oslo, Berlino, Zurigo.
Alcune opere di Acquaviva sono dedicate agli anni di piombo, come Guerriglia e guerra rivoluzionaria in Italia (1979), Il seme religioso della rivolta (1979), Sinfonia in rosso (1989). Altre alla comunicazione dei mass media. Ha diretto la struttura cultura della Rai, collaborando poi con diverse trasmissioni televisive tra le quali La notte della Repubblica di Sergio Zavoli.
«Con la scomparsa di Sabino Acquaviva la città e la sua Università perdono una figura di spicco, fra i maggiori sociologi italiani», ha commentato Rosario Rizzuto, rettore dell’Università di Padova. «Con grande lucidità le sue opere hanno fotografato la società italiana e non solo, elevandosi nell’analisi dei fenomeni religiosi e della crisi di valori della società contemporanea. Le sue opere hanno affrontato diverse tematiche e rimarranno un contributo fondamentale per il dibattito sociologico».
«Scompare un uomo di straordinaria cultura, dotato di una grande capacità di analisi del nostro vivere e di una ininterrotta attenzione per i mutamenti della nostra società», ha detto il presidente del Veneto Luca Zaia. «È stato senza dubbio uno studioso che ha lasciato un forte segno in questo secolo, un’intelligenza del nostro Veneto riconosciuta e apprezzata a livello internazionale».
I funerali si svolgeranno il 2 gennaio pomeriggio nella chiesa di Santa Sofia, a Padova.