giovedì 31 dicembre 2015

La Stampa 31.12.15
Una vita extraterrestre ci aiuterebbe a capire la nostra
La caccia a ET nel nuovo numero diOrigami
Il direttore della Specola Vaticana: “Una fede che ha paura della scienza è una fede che non si fida”
di Guy Consolmagno
Padre gesuita, direttore della Specola Vaticana


Una delle più importanti scoperte dell’astronomia contemporanea è quella di nuovi pianeti, finora migliaia, che orbitano attorno ad altre stelle. Io stesso, col mio lavoro di ricerca, cerco di capire come si è formato il nostro sistema solare e l’avere a disposizione un numero cosi grande di sistemi planetari coi quali operare un confronto è davvero molto eccitante.
È possibile che vi sia vita su questi altri pianeti? Scorrendo la letteratura scientifica si trovano risposte di vario tipo ma tutte giungono alla medesima conclusione: non lo sappiamo. E non lo sapremo fino a quando non la troveremo.
Occorre precisare infatti che non c’è una definizione condivisa di vita da parte di scienziati e di filosofi. È possibile che si scoprano microbi, simili a quelli terrestri, sotto la superficie di Marte o sotto la crosta ghiacciata di Europa, una delle lune di Giove; è pure possibile che si scopra l’esistenza di processi chimici che funzionano molto più lentamente (o velocemente) di quanti noi siamo soliti immaginare quando pensiamo alla «vita» cosicché solo fra qualche centinaio d’anni ci accorgeremo che sono «vivi».
Dobbiamo essere aperti
Proprio come la scoperta di altri pianeti ci offre le idee migliori su come si è formato il nostro sistema solare, la ricerca della vita su altri pianeti è fondamentale per capire cosa sia la vita e come si sia formata. Non possiamo capire la vita sulla Terra fino a quando non riusciremo a riconoscerla altrove.
Ha una importanza religiosa trovare la vita altrove? Ce l’ha solo da questo punto di vista: se Dio ha creato l’universo, comprese le stelle e i pianeti, allora noi possiamo imparare qualcosa su Dio scoprendo come Lui ha scelto di creare le cose (San Paolo ne parla nel primo capitolo della Lettera ai Romani). Ma questo significa che dobbiamo essere aperti ad accettare il modo di funzionare dell’universo, e non presumere di sapere tutto in anticipo. Una fede che ha paura della scienza è una fede che non si fida!
Battezzeresti un alieno?
E sulla possibilità che esista vita intelligente? P. Paul Mueller e io abbiamo scritto un libro su questo e altri argomenti il cui titolo è Battezzeresti un extraterrestre? (Would You Baptize an Extraterrestrial?). Riporta principalmente simpatiche riflessioni, perché ovviamente non possiamo dire cosa faremmo fino a quando non troveremo realmente una simile forma di vita. In ogni caso, poiché queste eventuali creature seguirebbero le stesse leggi della chimica e della fisica che seguiamo noi, avrebbero gli stessi problemi di buono e cattivo, e avrebbero una loro relazione con il loro e nostro Creatore.
Mi viene in mente il fumetto «Pogo» che amavo leggere quando ero bambino in America. In un episodio due personaggi stanno discutendo circa la possibilità che ci sia una intelligenza extraterrestre; uno dei due giunge alla conclusione che «Sia che ci siano creature più intelligenti di noi, sia che siamo noi gli esseri più intelligenti dell’universo, in entrambi i casi si tratta di un pensiero preoccupante!».