La Stampa 29.12.15
I risparmiatori traditi
“Spostiamo i soldi negli istituti stranieri”
di Gianluca Paolucci
Giovanna è arrivata da Ferrara per essere, ieri mattina, di fronte alla sede storica di Banca Etruria nel pieno centro di Arezzo. «Sono andata anche a Roma, sono finita perfino sui giornali». Non chiamatela sprovveduta: cita direttive europee, precedenti, decreti e codice civile per arrivare ad una conclusione sacrosanta: «Una cosa così non s’era mai vista nella storia d’Italia». Con lei un centinaio di persone si è dato appuntamento di prima mattina per l’ennesima protesta delle “vittime del salvabanche”.
Qualche momento di tensione quando alcuni manifestanti hanno provato ad entrare dentro la sede della banca, allontanati dalla sicurezza. E un po’ di caos in città, per il blocco di un’arteria importante che ha avuto ripercussioni su tutto il traffico cittadino. Soddisfatta Silvia Battistelli, una delle portavoce del gruppo di risparmiatori. Lei è arrivata dalle Canarie, dove vive. È diventata una delle animatrici del movimento perché la nonna ha perso i suoi risparmi con un bond subordinato di Banca Etruria. Alla fine di novembre si è attaccata al telefono e dalle Canarie ha iniziato a chiamare le redazioni dei giornali e delle Tv: «Hanno cancellato i risparmi di mia nonna e di tanti altri come lei. Perché non ne parla nessuno?». In un mese appena è cambiato molto. Gli oltre 130 mila risparmiatori coinvolti nei crac di Banca Marche, Etruria, CariChieti e Cariferrara sono diventati un caso nazionale e occupano stabilmente le prime pagine dei giornali e i Tg. «Non ci fermiamo. Nei prossimi giorni andremo anche a Ferrara e di fronte alla sede di Banca Marche. Poi torneremo a Roma, con le associazioni dei consumatori».
Nel frattempo, il livello della protesta si è alzato. Dal «ridateci i nostri soldi», le Vittime del salva banche - nato come gruppo su Facebook e adesso trasformato in associazione - dichiarano una vera e propria guerra al sistema bancario. Nel volantino distribuito ieri ad Arezzo si invitavano i passanti a «verificare lo stato di salute della tua banca, capire quali siano le reali caratteristiche contrattuali degli investimenti, capire cosa comporterà per i tuoi risparmi l’entrata in vigore del bail-in, di tutelare i tuoi diritti e i tuoi risparmi perché in Italia, ormai appare ovvio, non sono al sicuro».
Intanto, annunciano, «noi abbiamo trasferito quello che rimane dei nostri risparmi alle Poste o nelle filiali italiane di banche estere».