lunedì 28 dicembre 2015

La Stampa 28.12.15
Renzi: “L’economia torna a salire. Ora tocca a unioni civili e ius soli”
Il bilancio del 2015 nella newsletter del premier: “Abbiamo approvato leggi attese da tempo” Ma il Codacons frena gli entusiasmi e avverte: nel 2016 aumenterà la spesa degli italiani
di Maria Corbi


Tempo di bilanci e Matteo Renzi traccia la linea al 2015 nella sua Enews, una lista con quindici punti («le cose che mi sono venute in mente») prima della tradizionale conferenza stampa di fine anno che si terrà domani. Il 2015 «ha visto l’approvazione di leggi attese da molto tempo. E spesso passate sotto silenzio», scrive Renzi. «Ci sono alcuni argomenti di cui i politici prima di noi hanno parlato per anni senza realizzare granché». Ma ci sono ancora cose da fare: «Siamo ancora in pista per i diritti civili (ius soli, civil partnership, servizio civile e terzo settore), per i decreti legislativi di attuazione alla riforme della Pubblica Amministrazione e della Scuole, per le misure di sostegno al credito».
Renzi parte dal Pil di nuovo in crescita in questo riassunto dell’anno che è stato. E dal Il Jobs Act: «La disoccupazione è scesa dal 13,2% all’11,5 (ancora alta, ma in discesa, finalmente)». «Non è un caso se i mutui sono cresciuti in questo anno del 94%!». Un punto esclamativo carico di entusiasmo come questa Enews agli italiani giocata tutto sul «vi avevano detto che non lo avremmo fatto e invece…». E poi l’Italicum che «sembrava incagliato in Parlamento» mentre «adesso abbiamo una legge elettorale che garantisce la scelta dei cittadini e la stabilità del governo». E l’Irap, gli 80 euro, anche per le forze dell’ordine, l’abolizione delle tasse sulla prima casa, le tasse agricole. «L’economia torna su, le tasse vanno giù» canta questo «rap» 2015.
La riforma costituzionale «a un passo dal traguardo», ma solo dopo il referendum «perché gli italiani possano esprimersi» nel merito. La migrazione, la riforma della Pubblica Amministrazione, la Buona Scuola, la giustizia, l’aumento dei fondi alla cultura. Ma anche le regole europee («Adesso la flessibilità fa parte delle regole e vale fino all’1% del Pil, per l’Italia oltre 16 miliardi di euro»). Il prestigio internazionale («Un anno fa l’Italia assisteva ai colloqui di Vienna sull’Iran dalla televisione, perché non eravamo invitati. Adesso siamo protagonisti sia a Vienna sulla Siria, che a Roma e New York sulla Libia. Un italiano sta per assumere la guida dell’alto commissariato per i profughi, un’italiana sta per assumere la guida del Cern. L’Italia è tornata»). E l’Expo, un «successo» a dispetto dei «gufi». E il Sud «perché nessuno ha mai fatto tanto per il Mezzogiorno come questo governo».
A interrompere la visione rosea di quel che è stato il 2015 e che sarà il futuro prossimo venturo ci pensa il Codacons che avverte: «Nel corso del 2016 gli italiani dovranno mettere in conto una “stangata” pari a circa 551 euro a famiglia. La ripresa dell’inflazione porterà a spendere 298 euro in più per effetto della crescita dei prezzi al dettaglio, e 189 euro in più per la sola spesa alimentare. Aumenti anche nel settore della ristorazione, per la raccolta rifiuti e i servizi idrici, per i trasporti, i servizi bancari e postali. E per la bolletta elettrica nonostante il calo del prezzo del petrolio. L’eliminazione della Tasi, la diminuzione del canone Rai, del pieno di benzina e del costo delle Rc auto non compenseranno. E Simone Baldelli, deputato di Forza Italia e vicepresidente della Camera dei deputati, su Twitter si chiede se «Renzi e Codacons stiano parlando dello stesso Paese».