giovedì 24 dicembre 2015

La Stampa 24.12.15
Parlamento
Venti giorni chiusi, baci e abbracci
E il premier recita da anticasta, rivolto ai parlamentari: io lavoro anche in vacanza
di Jacopo Iacoboni


Il Parlamento italiano chiuderà venti giorni (la Camera riapre l’11 gennaio, il Senato il 12). Nulla di male, naturalmente, e alla larga la demagogia; ma forse alcune cose vanno fatte notare.
La prima è che, nelle ultime due sedute rispettivamente alla Camera e Palazzo Madama, dove si votava la delicata legge di stabilità, l’impressione era che più che all’importanza del momento l’occhio fosse all’orologio, il voto è stato addirittura anticipato di un’ora, alle 17,30, e sembrava appunto la festa di Natale, baci, abbracci, capannelli, aria da brindisi aziendale, «carissimo» e «carissima», qualcosa che tutto sommato stona abbastanza col luogo e la missione, e anche con la situazione dell’Italia fuori da quelle mura. C’era la deputata berlusconiana appariscente che solcava trasversalmente l’aula a petto in fuori, la ministra omaggiatissima e pluribaciata, le figure istituzionali riverite con un di più di capannello, una sensazione di generale indistinzione di ruoli tra maggioranza e minoranza, una fastidiosa melassa, l’opposizione totalmente rabbonita e quasi ipnotizzata, anch’essa, chissà se dall’atmosfera prenatalizia o altri calcoli. E qui forse si può notare una seconda cosa: gli altri anni i cinque stelle denunciavano con alti lai gli eccessi della casta, quest’anno molto spesso sono stati fotografati i loro banchi vuoti, persino prima delle ultime due sedute citate. Molti erano serenamente in vacanza già all’indomani del teatro sulla Boschi. Da anticasta a casta.
Infine, terza cosa, Renzi. Ieri, impegnato nel faticosissimo lavoro del taglio di nastri, si è vantato: «Prima degli auguri di fine anno, domani abbiamo un altro cantiere da inaugurare a Pompei: noi lavoriamo anche nelle vacanze». È parsa una battuta sulle mollezze parlamentari, della serie io lavoro e loro no; incredibile che in Italia il primo a fare la battuta populista sia il presidente del Consiglio.