La Stampa 20.12.15
Da gennaio i farmaci di fascia A si acquistano anche fuori Regione
di Guido Filippi
Cade un altro muro della burocrazia sanitaria: dal primo gennaio le medicine di fascia A (a carico del Servizio sanitario nazionale) prescritte in una Regione, potranno essere acquistate in tutte le farmacie italiane.
Un problema in meno per chi è in vacanza e deve acquistare una medicina: per dieci giorni può farlo soltanto se paga le medicine a prezzo pieno, come fossero su una ricetta bianca.
La nuova norma - approvata con un decreto del Consiglio dei ministri a metà novembre - prevede un’unica eccezione: non è valida se i farmaci vengono prescritti sulla ricetta rossa (stampata su carta del Poligrafico), ma soltanto su quella dematerializzata; da oltre un anno sono sempre di più i medici che utilizzano la ricetta elettronica.
In Liguria sono già 800 i mutualisti e i pediatri (su un totale di 1.350) che si sono adeguati alle nuove direttive, oltre alla maggior parte dei camici bianchi che lavorano nelle Asl e negli ospedali.
Ecco cosa cambia dal primo gennaio 2016: i medicinali di fascia A, dispensati dal Servizio sanitario nazionale e soggetti al pagamento del ticket (sono sempre valide le esenzioni per reddito e per patologia), potranno essere ritirati in tutte le farmacie italiane, pubbliche e private convenzionate, se il paziente-cliente presenterà il “promemoria” della ricetta elettronica.
Il medico consegna al paziente un foglio su carta bianca che contiene: i dati dell’assistito, il codice fiscale, il numero seriale della ricetta, il nome del farmaco o del principio attivo e il numero di confezioni.
E il ticket? La farmacia che vende le medicine a chi risiede in altre regioni o province autonome, deve far pagare il ticket previsto: due euro a confezione fino a un massimo di quattro euro a ricetta, per la Liguria e il Piemonte. Sono valide le esenzioni (indicate dal medico nella ricetta dematerializzata) e di conseguenza le persone che ne hanno diritto ritirano, anche fuori dai confini regionali, le medicine senza dover pagare un centesimo. La farmacia che ha venduto le medicine - prescritte su ricetta dematerializzata - chiederà poi il rimborso alla Asl in cui risulta residente il cliente.
Non cambia niente sul fronte dei controlli: le Regioni e le province autonome dovranno verificare che le ricette siano state compilate nel rispetto delle regole e delle condizioni (economiche e di salute) previste nel territorio in cui risiede il paziente.