sabato 19 dicembre 2015

La Stampa 19.12.15
Da Bankitalia 11 contestazioni a Boschi
Vertice lunedì in procura su Etruria
La Vigilanza consegna i nuovi atti, possibili svolte nell’inchiesta
di Gianluca Paolucci


Un vertice in procura, lunedì ad Arezzo, per consegnare al procuratore Roberto Rossi gli atti del nuovo procedimento sanzionatorio di Bankitalia al vecchio cda della Popolare dell’Etruria. Dall’esame degli atti potrebbero scaturire nuove svolte nell’indagine, dato che proprio sulla base delle segnalazioni di Bankitalia la procura si è mossa per contestare l’omessa vigilanza a presidente e ad del consiglio in carica fino al maggio del 2014 e poi la violazione delle norme sul conflitto d’interesse all’ultimo presidente, Lorenzo Rosi e al consigliere Luciano Nataloni.
Si tratta di una serie di contestazioni mosse ai componenti del consiglio esautorato da Bankitalia con il commissariamento dell’11 febbraio, sulla base dei fatti emersi durante l’ispezione condotta tra il 14 novembre del 2014 e il 27 febbraio del 2015. Ispezione ad «ampio spettro», per la verifica del patrimonio di vigilanza dell’istituto. Secondo quanto ricostruito, le contestazioni riguardano 15 consiglieri e cinque componenti del collegio sindacale. Undici contestazioni riguardano Pierluigi Boschi, all’epoca vicepresidente di Etruria.
Le sanzioni al momento non sono ancora state emanate: la decisione spetta al Direttorio di Bankitalia, su proposta della Vigilanza, dopo di che le sanzioni vengono rese pubbliche. In questa fase del procedimento le parti hanno la facoltà di presentare le proprie controdeduzioni agli addebiti mossi.
Addebiti che riguardano le carenze nel governo societario e nella gestione e controllo dei rischi, con particolare riferimento alla gestione dei crediti deteriorati. Durante l’ispezione era infatti emersa dalla verifica di una serie di posizioni l’esigenza di ulteriori, massicci accantonamenti per alcune posizioni. Proprio sulla base di questi rilievi il cda del 30 gennaio aveva deciso ulteriori accantonamenti per 217 milioni di euro. Inoltre, secondo quanto riporta Il Sole 24 Ore, non risultavano attivate garanzie nel 23% dei casi, mentre le fidejussioni rilasciate sono risultate inefficaci nel 91% dei casi.
Le sanzioni che dovessero eventualmente arrivare ai consiglieri sarebbero le seconde in pochi anni a carico degli esponenti della banca. Alla fine del 2014, dopo l’ennesima ispezione di Palazzo Koch, i consiglieri - tra i quali figurava anche il padre della Boschi - erano stati sanzionati per 2,54 milioni di euro. Le motivazioni peraltro erano molte simili a quelle che hanno poi, con l’ultima ispezione, portato al commissariamento: «Violazioni delle disposizioni sulla governance», «carenze nell’organizzazione e nei controlli interni» «carenze nella gestione e nel controllo del credito», «violazioni in materia di trasparenza» e «omesse e inesatte segnalazioni all’Organismo di Vigilanza».
L’attenzione degli inquirenti in questi giorni è però nell’esame delle operazioni condotte tra Banca Etruria e 14 società. Tra queste figura la coop Castelnuovese, guidata da Rosi prima di essere nominato presidente di Etruria. E una serie di operazioni condotte in conflitto d’interesse da Nataloni, noto commercialista fiorentino e grande collezionista di incarichi tra amministrazioni locali e coop rosse.
In procura risulta aperto anche un fascicolo senza indagati né reati basato su una relazione della Gdf relativo ad accertare eventuali carenze nell’attività di vigilanza. Sarà trasmesso a Roma, per competenza.