sabato 19 dicembre 2015

La Stampa 19.12.15
Boeri al Parlamento: grave errore bocciare la busta arancione
Per anni i governi e i presidenti dell’Inps non hanno voluto farlo per paura di avere reazioni negative da parte dei contribuenti
di R. E.


«Purtroppo il Parlamento non ha approvato l’emendamento che ci renderebbe possibile l’invio agli italiani della busta arancione che avevamo chiesto. Non costava nulla alle casse dello Stato, in quanto le risorse le abbiamo. Dobbiamo solo spostarle tra diversi capitoli di spesa». Il presidente dell’Inps, Tito Boeri è amareggiato per la “bocciatura” anche da parte delle Camere della busta arancione, un documento (il nome viene dall’omologo svedese) che permette al contribuente di sapere quanto ragionevolmente può aspettarsi dal suo futuro assegno pensionistico.
A margine di un incontro all’Università Cattolica di Milano, il presidente dell’Inps ha spiegato che «Noi non abbiamo oggi la possibilità di poter mandare a casa a coloro che non hanno preso il pin, la famosa busta arancione se non in quantitativi del tutto al di sotto delle necessità. Ritengo sia un fatto molto grave, perché questo era un diritto che gli italiani avevano fin da quando sono state cambiate le regole pensionistiche nel 1996». Boeri ha poi aggiunto che il sistema della busta arancione «era tra l’altro una cosa che quella legge prevedeva. Per anni i governi e i presidenti dell’Inps non hanno voluto farlo per paura di avere reazioni negative da parte dei contribuenti. Noi la scelta di informare l’abbiamo fatta, ma non veniamo messi nella condizione di attuarla fino in fondo».
Di qui l’invito dell’Inps a tutti i lavoratori a prendere il pin e fare la simulazione. «Poi - spiega Boeri - cercheremo di trovare altri modi per fare arrivare questa corrispondenza a casa degli italiani». Il presidente Inps conclude poi il suo intervento con una nota polemica indirizzata sia al Parlamento che al Governo. «Avevamo chiesto - ha ricordato - al Parlamento di prendere in mano la questione. Già c’era stato un emendamento proposto in decreto a fine novembre. Speravamo che in sede di Stabilità la questione venisse affrontata e così non è stato. A questo punto manderemo quelle 150 mila buste e manderemo qualche altra nel 2016, ma in queste condizioni dovremo trovare altri modi».