La Stampa 17.12.15
La trattativa sotto traccia che permette ai 5S di contare
Francesco Maesano
L’accordo tra Pd e M5S che ha portato nella tarda serata di ieri all’elezione dei tre giudici che mancavano alla Corte Costituzionale è sopravvissuto per giorni sulle pagine dei giornali. I due capi negoziatori, Toninelli per i Cinquestelle e Rosato per i dem, l’hanno tenuto coperto fino all’ultimo minuto, rilasciando però poche e ben scelte dichiarazioni nel corso delle settimane: messaggi cifrati di apertura buoni a mantenere un filo che nessuna delle due parti voleva spezzare.
Nella serata di martedì al M5S sono stati recapitati due nomi: Pietro Rescigno e Giulio Prosperetti. Un’ora dopo i Cinquestelle avevano già spiegato di preferire il secondo, tra le altre cose più giovane del collega. Il Pd ha comunicato la scelta all’area di centro e il risultato è arrivato.
Non tutto è stato semplice. I Cinquestelle hanno dovuto insistere sulla terna, dato che a un certo punto il Pd voleva puntare a eleggere solo due nomi. Ma per far passare l’accordo in assemblea Toninelli aveva bisogno che ci fosse anche un terzo nome con delle caratteristiche ben leggibili di terzietà rispetto al sistema politico. In caso contrario la scelta di votare Barbera avrebbe indisposto deputati e senatori fino a non garantire la certezza del sì al momento di ratificare l’accordo.
E invece, pur con qualche distinguo, il gruppo ha dato luce verde nel pomeriggio di ieri. Appena 15 contrari alla Camera e 7 al Senato su un gruppo di oltre 140 parlamentari. Alcuni, tra quanti hanno votato no, si sono affrettati a spiegare ai colleghi di non voler creare una frattura, ma solo testimoniare un disagio verso la scelta di appoggiare Barbera. Una vittoria netta per Danilo Toninelli e anche per Luigi Di Maio il suo principale sponsor nel direttorio del M5S.