venerdì 11 dicembre 2015

La Stampa 11.12.15
Ristoranti vip, sesso e abiti griffati
La vita al limite di monsignor Balda
Il pentimento, la confessione al Papa e ai pm. “I giornalisti dicevano: sappiamo tutto di te”
di Giacomo Galeazzi e ilario Lombardo


Cene ai costosi ristoranti Taverna Flavia e Sangallo ai Coronari, alcol, vestiti laici al posto del clergyman, aperitivi ai mondani De Russie e Locarno nel buon salotto romano. E ancora: un personal trainer, Marco Desideri, presentatogli dall’allora amica Francesca Chaouqui. Lucio Vallejo Balda si allena tra Caracalla e il Collegio spagnolo, ma senza ottenere gli effetti sperati perché gli eccessi nei ristoranti e nei bar riducono i benefici sportivi. Nel novembre 2014, Balda entra all’hotel Majestic di Roma dove ad attenderlo ci sono Elena Metti, manager tv e ex moglie di Panariello, e Francesca. Lo vedono e sorridono: «Sembri Fonzie con la coppola». Indossa una giacca di pelle e un cappello. Si rifà il look. Spende migliaia di euro nel guardaroba, viene risucchiato da uno stile di vita e un tenore che non ha mai avuto, e che il suo stipendio da duemila euro al mese non consente. Sempre Chaouqui lo affida anche a Claudio Belfiore, consulente di immagine, personal shopper e proprietario di Castore e Polluce, il salone di parrucchieri frequentato dai vip e ovviamente dalla pr.
Nel rinvio a giudizio del processo Vatileaks, i giornalisti Emiliano Fittipaldi e Gianluigi Nuzzi sono accusati di aver «sollecitato ed esercitato pressioni» su Balda per ottenere i documenti riservati. Il prelato conferma ai pm di averle ricevute da loro al culmine di un periodo in cui la sua vita era deragliata fuori dai binari della quotidianità di un monsignore vaticano. E riferisce una frase: «Noi sappiamo tutto di te». La ripete due volte ai magistrati che gli chiedono se è sicuro che a pronunciarla siano stati Nuzzi e Fittipaldi. Balda dice di sì: i giornalisti l’avrebbero detta durante un incontro in un ristorante. Ma a chi attribuirla tra i due? Dovrà essere chiarito dal prelato in aula assieme alla ricostruzione dei suoi due ultimi anni di vita al limite accanto a Chaouqui, oggi sua coimputata.
La verità sulla terrazza
Nel lungo periodo di sfasamento Balda concede la terrazza del dicastero vaticano dell’Economia per il clamoroso party durante la canonizzazione dei due Papi. Una festa che fece infuriare Bergoglio e che ora si scopre voluta da Chaouqui che si attivò - contrariamente a quello che ha poi dichiarato - per cercare un palco, poi ottenuto «a titolo gratuito per la Santa Sede» (il cui affitto valeva 10 mila euro) dalla Infospettacoli di Daniele Paoli.
L’autista e la contessa
Balda gira Roma e l’Italia con un autista che lo porta ovunque per due mesi. Anche lui persona di fiducia di Francesca. Si chiama Pietro Grillo: ora emerge che era a servizio della contessa Marisa Pinto Olori del Poggio, presidente della fondazione Messaggeri della Pace, la nobildonna che ha «creato» Chaouqui. Pietro scarrozza il prelato anche a Torino. In macchina con lui c’è Marcello Presicci, manager della comunicazione, con esperienze nei media e università vaticane. Nella scorsa primavera, racconta Balda, sono inseparabili. In Piemonte devono organizzare una scuola di formazione. Francesca però vuole vederci chiaro, intuisce che potrebbe perdere l’influenza sul monsignore. Gli scrive: «Se continui a fare di testa tua con noi hai chiuso. Pietro serve perché gli altri vedano che sei protetto». Balda si insospettisce, crede che l’autista serva a controllarlo. Diventa sempre più insofferente e a maggio decide di rompere con Chaouqui. Si consulta con una psicologa che gli consiglia di non rispondere più ai messaggi della pr.
La confessione al Papa
E’ la fase del ravvedimento. In questi giorni stringe ancora di più l’amicizia con l’agente tv Metti e con quella che diverrà il suo avvocato, Antonia Zaccaria, nella cui casa a Prato verrà prelevato dalla Gendarmeria il giorno del suo arresto. Era lì per lasciare la madre ottantenne, dopo aver concertato tutto con le autorità vaticane che avevano già anticipato a lui e al legale l’imminente detenzione. Balda accetta serenamente il suo destino, anche perché ha già confessato ogni cosa a Papa Francesco, inclusa la violazione del voto di castità. In questi giorni il prelato, in cella, scrive in continuazione. In un nuovo memoriale cercherà di ricostruire altri episodi della vicenda, come quando, tornato dalla Spagna, scopre i furti a casa e in ufficio. Invia messaggi WhatsApp a Nuzzi, con cui si incontra più volte, avvertendolo di non fidarsi di Francesca Immacolata Chaouqui.