giovedì 3 dicembre 2015

Il Sole 3.12.15
Santa Sede
Vaticano, blitz della Gdf in Banca Finnat
Rogatoria all’Italia: il presidente dell’istituto Gianpietro Nattino è indagato dalla magistratura vaticana per ipotesi di insider trading e riciclaggio
di Ca. Mar.


La Guardia di Finanza, su rogatoria delle autorità del Vaticano all’Italia ha acquisito ieri documenti a Roma nella sede della Banca Finnat Euroamerica, della quale è presidente Gianpietro Nattino, indagato dalla magistratura vaticana per ipotesi di insider trading e riciclaggio. La richiesta di rogatoria è stata trasmessa dalla Santa Sede alla Corte d’Appello di Roma nell’agosto scorso. I documenti acquisiti dal Nucleo Speciale di polizia valutaria saranno ora trasmessi alla magistratura vaticana. Era stato monsignor Nunzio Scarano, ex funzionario dell’Apsa (Amministrazione del Patrimonio della Sede Apostolica), indagato dalla Procura di Roma, con le sue dichiarazioni, operazioni sospette compiute in Vaticano e riconducibili a Nattino.
La conferma dell’acquisizione di documenti è arrivata con una nota da Finnat che «ha prontamente aderito alla richiesta predisponendo la documentazione che in data odierna è stata ritirata dal personale della Guardia di Finanza». La vicenda - resa nota il 3 novembre scorso da una anticipazione dell’agenzia Reuters, e poi confermata dalla Santa Sede - è scoppiata proprio in contemporanea con la deflagrazione di Vatileaks-2. L’inchiesta - che nasce da un rapporto redatto dall’Aif, l’Autorità di informazione finanziaria - si chiama “Portfolio 339” e coinvolge l’attività passata dell’Apsa.
L’Aif nei mesi scorsi aveva trasmesso al promotore di giustizia vaticano il rapporto, di 33 pagine, nel quale era emerso il nome di Nattino: il sospetto è che l’Apsa sia stata utilizzata da persone estranee al Vaticano, con eventuale complicità di personale interno, in violazione dei propri regolamenti. In particolare, gli investigatori finanziari vaticani avevano evidenziato un “portfolio” che sarebbe stato relativo a Nattino il cui contenuto di “oltre 2 milioni di euro” sarebbe stato trasferito in Svizzera poco prima che in Vaticano fossero introdotte le nuove leggi contro il riciclaggio. Nattino, un mese fa, aveva dichiarato: «Ribadisco di aver sempre operato nel pieno rispetto delle normative in vigore, con la massima trasparenza e correttezza. Sono ovviamente a disposizione delle autorità competenti per fornire ogni chiarimento».