Il Sole 2.12.15
Disoccupati giù, ma calano anche gli occupati
A ottobre senza lavoro all’11,5% - Al lavoro 39mila in meno di settembre, pesa l’aumento degli «scoraggiati»
di Giorgio Pogliotti
ROMA Un mercato del lavoro ancora in difficoltà, con gli indicatori principali che evidenziano un miglioramento rispetto al 2014, ma con segnali di rallentamento che emergono tra settembre e ottobre.
Nella rilevazione Istat su ottobre, il confronto congiunturale evidenzia un calo degli occupati (-39mila rispetto a settembre, in larga prevalenza lavoratori indipendenti) e dei disoccupati (-13mila), mentre continuano a crescere gli inattivi (+32mila). Se si allarga il confronto a ottobre 2014, invece, ci sono 75mila occupati in più, con il tasso di occupazione che si attesta al 56,3% (+0,4%), e 410mila disoccupati in meno, con il tasso di disoccupazione che scende all’11,5% (-1,4%), il più basso degli ultimi tre anni. Desta preoccupazione, inoltre, l’inattività che aumenta anche su base annua: è al 36,2%, ovvero ci sono 66mila persone in più, rispetto a ottobre 2014, che hanno smesso di attivarsi per cercare lavoro, perché scoraggiati o rassegnati.
Il quadro evidenziato dall’Istat mette in luce un andamento congiunturale altalenante, dunque, ma il premier Matteo Renzi preferisce soffermarsi sul confronto tendenziale per paragonare la situazione attuale con quella di un anno fa: «L’anno scorso la disoccupazione era al 13% oggi all’11,5%, - ha commentato Renzi - è ancora alta ma è un punto e mezzo in meno, la disoccupazione giovanile stava al 46% ora è al 39,8. Se uno fosse contento del 39,8% andrebbe ricoverato, ma nel giro di un anno e mezzo il Jobs act ha fatto 300mila posti di lavoro. I segnali di ripartenza ci sono, ma io non mi accontento, voglio l’Italia che fa meglio della Germania».
Tornando ai dati Istat, l’occupazione dopo la crescita rilevata tra giugno e agosto, è diminuita a settembre, per ridursi ulteriormente a ottobre. In questa situazione si è appesantito il divario di genere. L’occupazione femminile a ottobre si è ridotta rispetto a settembre (-0,5%), nonostante il tasso sia tra i più bassi a livello europeo è ulteriormente calato al 46,8% (-0,2%), mentre quello maschile resta invariato (65,9%). Tra le donne aumenta anche il numero di quante escono dal mercato del lavoro, con l’effetto di far crescere il numero complessivo degli inattivi (sale dello 0,6% la componente femminile e diminuisce dello 0,5% quella maschile). «L’affievolirsi della ripresa - sostiene l’economista del lavoro Carlo Dell’Aringa (Pd) - ha contribuito ad aumentare le cessazioni in settori dei servizi, in particolare quello dell’assistenza alla persona, che tradizionalmente riguarda soprattutto le donne. In questo modo si sono controbilanciate le assunzioni effettuate dalle imprese».
Restano grandi le difficoltà anche per i giovani: tra i 15 e i 24 anni il tasso di disoccupazione è al 39,8% - uno dei più alti tra i Paesi della Ue - in aumento dei 0,3 punti percentuali rispetto a settembre. Sul totale dei giovani di questa fascia d’età, escludendo gli inattivi (nella maggior parte dei casi secondo l’Istat chi non è occupato e non cerca lavoro è impegnato negli studi), tra i 15 e i 24 anni il 10,3% è disoccupato. Rispetto a ottobre 2014 il quadro è leggermente migliorato per i giovani (i disoccupati sono diminuiti del 2,9%, gli occupati cresciuti dello 0,2%), anche se resta il dato preoccupante degli inattivi in crescita dell’1 per cento. Tra le donne nel confronto ottobre 2015 con 2014 le occupate sono diminuite dell’1,4%, le disoccupate del 16,4%, con un aumento del 3,5% delle inattive. Per Maurizio Sacconi (Ap) la rilevazione Istat «conferma la difficoltà della ripresa dell’occupazione», d’altronde «la deflazione ci dice del basso livello dei consumi interni, mentre il commercio internazionale rallenta».
A ottobre tra gli occupati l’unica fascia d’età che cresce, nel confronto congiunturale, è quella che supera i 50 anni (+0,2%), soprattutto per effetto dell'innalzamento dell’età pensionabile, come riconosce il Rapporto Ocse “Pensions at a glance 2015” che segnala comunque, come con il tasso del 56,3% per gli over 50 l’occupazione sia inferiore a quello della media Ocse (57% nel 2014). Nell’analizzare l’occupazione per fasce d’età, l’Istat sottolinea come nelll’ultimo triennio vi sia stata una crescita costante degli occupati oltre i 50 anni (+13,9%), pari a 900mila in più tra gennaio 2013 e ottobre 2015 dovuta soprattutto alle minori uscite per le nuove norme sul pensionamento, e in maniera minore al progressivo invecchiamento della popolazione. Sotto questa fascia d’età il calo è stato più forte nel 2013 ed è continuato fino alla prima metà del 2015. In particolare nella fascia tra i 15 e i 34 anni da gennaio 2013 si sono persi 300mila posti di lavoro (-6,3%), nella seconda metà del 2015 è iniziata una ripresa e a ottobre si è tornati ai livelli di metà 2014. Tra i 35 e i 49 anni nel triennio ci sono 450mila occupati in meno (-4,4%).