venerdì 11 dicembre 2015

Il Sole 11.12.15
Frontiere esterne
Ecco come sarà l’Agenzia di frontiera europea
Pronta la proposta della Commissione Ue: i Paesi in emergenza potranno attingere dalle risorse nazionali degli altri membri dell’Unione
di Beda Romano


Bruxelles La Commissione europea presenterà la settimana prossima una attesa proposta legislativa di regolamento con la quale creare una nuova Agenzia europea di guardie di frontiera e di guardia costiera. Non si tratterà di un corpo a sé stante di doganieri europei, ma piuttosto di un meccanismo che consentirà ai paesi membri nel caso di crisi o di emergenze di aiutare (con il suo benestare) un partner in difficoltà nell’assicurare il controllo delle frontiere esterne dell’Unione.
Secondo le informazioni raccolte qui a Bruxelles, la nuova Agenzia prenderebbe il posto dell’attuale Frontex, l’ente che dal 2005 coordina a livello europeo il lavoro delle autorità nazionali nel controllo dei confini esterni dell’Unione. L’obiettivo è di far fare alla collaborazione tra i paesi membri un salto qualitativo, nel rispetto dei principi di sussidiarietà, di proporzionalità e di responsabilità condivisa, in un momento in cui l’Unione sta affrontando l'arrivo massiccio di rifugiati da Sud e da Nord.
Concretamente, la proposta dell’esecutivo comunitario – tuttora in discussione e che dovrebbe essere presentata la prossima settimana – prevede che nel caso urgente in cui le istituzioni comunitarie notassero un controllo inefficiente delle frontiere esterne fino al punto di mettere a repentaglio il funzionamento dello Spazio Schengen queste dovrebbero preparare una decisione, illustrando le misure che il nuovo organismo sarebbe chiamato ad adottare.
Nei fatti, la nuova Agenzia europea di guardie di frontiera e di guardia costiera sarebbe responsabile nel giro di tre giorni di inviare sul luogo delle squadre che collaborerebbero con le autorità nazionali, anche nel caso di crisi nella gestione degli hotspots. Le squadre proverrebbero da una riserva di guardie di frontiera nazionali. La riserva dalla quale pescare per organizzare le operazioni di emergenza sarebbe composta da una piccola percentuale, tra il 2 e il 3%, del totale dei doganieri dei paesi membri.
La riserva di guardie di frontiera europee avrebbe a disposizione strumenti nazionali, ma anche mezzi e veicoli comunitari. La decisione di chiedere alla Commissione di proporre la creazione di una Agenzia europea di guardie di frontiera e di guardia costiera fu fatta dai Ventotto nel vertice europeo dell’ottobre scorso. Uno dei nodi nelle discussioni di questi mesi è stato decidere se l’uso della mano europea sarebbe stato d’autorità o avrebbe richiesto in un modo o nell’altro il benestare del paese in difficoltà.
È stata scelta una soluzione di compromesso. L’operazione non sarà una forma di commissariamento, quanto piuttosto un intervento che andrà a integrare gli sforzi nazionali nel controllare le frontiere esterne dell’Unione. Il piano operativo sarà negoziato con il paese membro. «C’è un aspetto chiave – spiegava nei giorni scorsi un alto responsabile europeo –. Imporre dall’alto l’arrivo di guardie di frontiera europee è in contrasto con la sovranità nazionale. I Trattati non lo consentirebbero».
Non è un caso se l’organigramma preveda un direttore, un consiglio di sorveglianza e un consiglio direttivo. In quest’ultimo siederebbero i governi con il compito di supervisione politica. Secondo la proposta comunitaria, il consiglio direttivo nominerebbe il direttore e prenderebbe le decisioni alla maggioranza dei voti. Da notare, tuttavia, che secondo l’articolo 61.2 l’attività dell’Agenzia alla frontiera esterna di un paese membro o nelle sue vicinanze deve avere il voto favorevole di questo stato membro.
Dopo una recente modifica del bilancio comunitario, a Frontex è stata aumentata la dotazione per il 2016 a 238,6 milioni di euro. Secondo la Commissione, questa posta di bilancio dovrebbe rimanere stabile anche negli anni successivi, tenuto conto dell’emergenza rifugiati. Anzi, alla luce della nascita della nuova Agenzia, l’ammontare del denaro versato a Frontex dovrebbe aumentare di 38,2 milioni di euro nel 2017. Il nuovo organismo dovrebbe anche assumere 162 persone.
L’idea di doganieri europei non è nuova. La crisi dei rifugiati l’ha riportata drammaticamente d’attualità. Secondo le più recenti statistiche, circa 1,5 milioni di persone hanno attraversato le frontiere europee illegalmente nei primi 11 mesi di quest’anno. Tra fine estate e inizio autunno, i Balcani occidentali sono stati il teatro di una incredibile emergenza umanitaria, con l’arrivo a piedi dal Vicino Oriente di migliaia di persone alla ricerca di una nuova patria. Alcuni paesi sono stati totalmente sopraffatti.