Il Fatto 27.12.15
Il Giubileo non tira: flop per hotel e ristoranti
Affari in fumo Si sognava il rilancio ma va peggio del 2014: dopo gli attentati di Parigi, ovunque calano le prenotazioni
di Antonio Monti
Più che della misericordia, per ora è il Giubileo della paura. E degli
affari andati in fumo. Roma è arrivata impreparata all’Anno Santo, tra
servizi pubblici mal ridotti e cantieri di manutenzione urbana in parte
ancora da iniziare. Gli attentati di Parigi hanno fatto il resto. Da
settimane le basiliche giubilari, i quartieri adiacenti e il centro
storico regalano scorci insoliti: pochi fedeli in coda per passare al
metal detector prima che alle Porte Sante, piazze semideserte ma
blindate dalla polizia e negozi vuoti. Il Natale non ha invertito la
tendenza.
A PAGARE il conto dell’onda lunga del terrorismo sono soprattutto le
attività commerciali: hotel, bed & breakfast, case vacanze e
ristoranti. Oltre il 70 per cento delle imprese romane, rivela uno
studio della Confcommercio Roma, pensa che il Giubileo non sarà
un’occasione per migliorare la propria attività, mentre 6 su 10 temono
profitti invariati per il 2016. “L’annuncio dell’evento aveva creato
molte aspettative, più passa il tempo più le imprese stanno perdendo la
speranza”, ammette sconsolato Rosario Cerra, presidente del’associazione
di categoria. Insomma, niente miracolo economico grazie all’Anno Santo.
Eppure qualcuno ci aveva investito sul serio. “Ho rilevato questo
negozio a maggio, anche in vista del Giubileo”, racconta amareggiato
Max, titolare di un chiosco bar in viale Giulio Cesare, a due passi da
San Pietro, “ci aspettavamo tutti di trovarci invasi da pellegrini e
invece l’8 dicembre è stata la peggiore giornata da quando ho aperto”.
MAX È IN OTTIMA compagnia: secondo la Confesercenti, dopo gli attentati
di Parigi, nei ristoranti della Capitale le prenotazioni sono calate
quasi del 30 per cento. Non va meglio per le attività ricettive.
Federalberghi Roma stima un -5% di prenotazioni rispetto al dicembre
2014. “Il momento è negativo, la combinazione allerta terrorismo e
Giubileo ha prodotto il 5 per cento di cancellazioni, rallentano anche
le prenotazioni per i prossimi mesi”, spiega Annamaria dell’Hotel
Mozart, vicino a piazza di Spagna, in pieno centro. Non pagano nemmeno
le date simbolo dell’anno giubilare: “La notte tra l’8 e il 9 dicembre –
prosegue – avevamo 30 camere disponibili su 56. Difficile attrarre
turisti in una città che non programma servizi per loro. A pochi giorni
dal Capodanno ancora non sappiamo chi suonerà al concerto di piazza. Che
pacchetti vendiamo?”.
STESSA MUSICA per lo Scout Center di piazza Bologna, un ostello da 130
posti letto: il giorno prima dell’apertura della Porta Santa solo 20
erano occupati. Quasi rassegnata Emma, titolare di un b&b in piazza
Risorgimento, a ridosso del Vaticano: “Il giorno dell’apertura non avevo
proprio clienti, è un dicembre peggiore alla media, speriamo nella
stagione primaverile”.
La diaspora dei pellegrini ha svuotato anche Borgo Pio, elegante strada
pedonale che termina a ridosso del colonnato di San Pietro. Qui pizzerie
a taglio, bistrot e caffetterie si contendono i pochi clienti. “Le
misure di sicurezza non ci favoriscono, il percorso stabilito per i
pellegrini qui non li fa più transitare” lamenta un gelataio. Caustica
la farmacista della zona: “La paura degli attentati ha fatto fuggire
tutti, se solo penso che per esequie di Papa Wojtyla mi sono fatta
aiutare dalla forza pubblica per chiudere il negozio, tanta era la gente
in strada”. Altro Papa, altro evento. Per ora la paura del terrorismo
prevale sull’indulgenza plenaria.