lunedì 28 dicembre 2015

Il Fatto 27.12.15
Il Giubileo non tira: flop per hotel e ristoranti
Affari in fumo Si sognava il rilancio ma va peggio del 2014: dopo gli attentati di Parigi, ovunque calano le prenotazioni
di Antonio Monti


Più che della misericordia, per ora è il Giubileo della paura. E degli affari andati in fumo. Roma è arrivata impreparata all’Anno Santo, tra servizi pubblici mal ridotti e cantieri di manutenzione urbana in parte ancora da iniziare. Gli attentati di Parigi hanno fatto il resto. Da settimane le basiliche giubilari, i quartieri adiacenti e il centro storico regalano scorci insoliti: pochi fedeli in coda per passare al metal detector prima che alle Porte Sante, piazze semideserte ma blindate dalla polizia e negozi vuoti. Il Natale non ha invertito la tendenza.
A PAGARE il conto dell’onda lunga del terrorismo sono soprattutto le attività commerciali: hotel, bed & breakfast, case vacanze e ristoranti. Oltre il 70 per cento delle imprese romane, rivela uno studio della Confcommercio Roma, pensa che il Giubileo non sarà un’occasione per migliorare la propria attività, mentre 6 su 10 temono profitti invariati per il 2016. “L’annuncio dell’evento aveva creato molte aspettative, più passa il tempo più le imprese stanno perdendo la speranza”, ammette sconsolato Rosario Cerra, presidente del’associazione di categoria. Insomma, niente miracolo economico grazie all’Anno Santo. Eppure qualcuno ci aveva investito sul serio. “Ho rilevato questo negozio a maggio, anche in vista del Giubileo”, racconta amareggiato Max, titolare di un chiosco bar in viale Giulio Cesare, a due passi da San Pietro, “ci aspettavamo tutti di trovarci invasi da pellegrini e invece l’8 dicembre è stata la peggiore giornata da quando ho aperto”.
MAX È IN OTTIMA compagnia: secondo la Confesercenti, dopo gli attentati di Parigi, nei ristoranti della Capitale le prenotazioni sono calate quasi del 30 per cento. Non va meglio per le attività ricettive. Federalberghi Roma stima un -5% di prenotazioni rispetto al dicembre 2014. “Il momento è negativo, la combinazione allerta terrorismo e Giubileo ha prodotto il 5 per cento di cancellazioni, rallentano anche le prenotazioni per i prossimi mesi”, spiega Annamaria dell’Hotel Mozart, vicino a piazza di Spagna, in pieno centro. Non pagano nemmeno le date simbolo dell’anno giubilare: “La notte tra l’8 e il 9 dicembre – prosegue – avevamo 30 camere disponibili su 56. Difficile attrarre turisti in una città che non programma servizi per loro. A pochi giorni dal Capodanno ancora non sappiamo chi suonerà al concerto di piazza. Che pacchetti vendiamo?”.
STESSA MUSICA per lo Scout Center di piazza Bologna, un ostello da 130 posti letto: il giorno prima dell’apertura della Porta Santa solo 20 erano occupati. Quasi rassegnata Emma, titolare di un b&b in piazza Risorgimento, a ridosso del Vaticano: “Il giorno dell’apertura non avevo proprio clienti, è un dicembre peggiore alla media, speriamo nella stagione primaverile”.
La diaspora dei pellegrini ha svuotato anche Borgo Pio, elegante strada pedonale che termina a ridosso del colonnato di San Pietro. Qui pizzerie a taglio, bistrot e caffetterie si contendono i pochi clienti. “Le misure di sicurezza non ci favoriscono, il percorso stabilito per i pellegrini qui non li fa più transitare” lamenta un gelataio. Caustica la farmacista della zona: “La paura degli attentati ha fatto fuggire tutti, se solo penso che per esequie di Papa Wojtyla mi sono fatta aiutare dalla forza pubblica per chiudere il negozio, tanta era la gente in strada”. Altro Papa, altro evento. Per ora la paura del terrorismo prevale sull’indulgenza plenaria.