Corriere 9.12.15
Psicodramma socialista: la base si ribella a Parigi «Strategia sbagliata»
Per Jean-Pierre Masseret, 71 anni, «il fronte repubblicano ha fallito dal 2002» Il «no» di Sarkozy I «Républicains» hanno rifiutato fusioni o desistenze, ma il Ps chiede lo stesso il ritiro
Il presidente uscente della Lorena rifiuta di ritirarsi al secondo turno per «passare» i voti alla destra di Sarkozy Decine di candidati lo seguono e bocciano la teoria di un «fronte repubblicano» per fermare il Front National
di S. Mon.
METZ «Non mi ritiro». Tenace come il padre minatore, Jean-Pierre Masseret è un signore di 71 anni che ha passato tutta la vita tenendo in tasca la tessera del Partito socialista. Presidente uscente della Lorena, Masseret era il candidato della sinistra nella nuova grande regione dell’Est (Alsazia-Lorena-Champagne-Ardenne), diventata in queste ore il cuore della politica francese. Il suo no ai vertici di Parigi fa tremare il partito, e il sistema grazie al quale la democrazia finora era riuscita a tenere il Front National lontano dal potere.
Da domenica sera in avanti, Masseret ha ricevuto da Parigi le continue telefonate e gli sms del segretario Jean-Christophe Cambadélis e del primo ministro Manuel Valls. Non erano messaggi di incoraggiamento.
Dopo lo choc di domenica 6 dicembre — il Front National in testa in 6 regioni su 13 —, il Partito socialista ha tentato di rianimare un ormai moribondo «fronte repubblicano», ossia il vecchio patto tra destra e sinistra per convogliare i voti al secondo turno su un unico nome, in modo da sbarrare la strada al candidato del Front National. I Républicains di Nicolas Sarkozy hanno rifiutato fusioni o desistenze, ma il Ps ha deciso di procedere in modo unilaterale nelle tre regioni dove il FN rischia davvero di vincere, ossia a Nord, Sud e Est, che sono anche quelle dove i socialisti hanno ottenuto i risultati peggiori.
Nelle prime due regioni i candidati di sinistra si sono conformati alle consegne di partito e si sono ritirati, appoggiando gli ex avversari di destra Xavier Bertrand contro Marine Le Pen e Christian Estrosi contro Marion Maréchal-Le Pen. Nell’Est, la manovra è andata male.
Anche lì i vertici socialisti hanno chiesto al loro uomo Masseret di non presentarsi al secondo turno. Sono persino andati in televisione per lanciare un appello agli elettori di sinistra a votare domenica prossima non per lui ma per il suo avversario di destra Philippe Richert, meglio piazzato nella sfida contro il candidato del Front National, Florian Philippot.
Il dramma interno al Partito socialista al potere è andato avanti fino a ieri sera alle 18, e si è concluso nel modo peggiore possibile. Cambadélis e Valls hanno incassato il rifiuto di Masseret, ma non solo. Quando è stato chiaro che lui sarebbe andato avanti, rispettando un impegno preso con i militanti durante la campagna elettorale, Cambadélis e Valls si sono rivolti agli uomini della sua lista ordinando anche a loro di abbandonare: se il 50% più uno avesse ubbidito, la lista Ps sarebbe stata dichiarata caduca per legge, nonostante Masseret. C’era tempo fino alle 18 per ottenere il ritiro di 95 nomi, ma hanno abbassato la testa solo in 71 su 189. La lista socialista va avanti, contro il volere del partito a Parigi. La base si ribella ai vertici.
«Il fronte repubblicano non funziona», dice l’eroe del giorno (negativo o positivo a seconda dei punti di vista) Jean-Pierre Masseret. «Da domenica sera dormo poco. Non è un momento piacevole per me. Diventerò il colpevole di tutti i mali della Terra. Ma la strategia del fronte repubblicano non va bene, e questo dal 2002».
Masseret si riferisce a un evento traumatico per la sinistra francese: il 21 aprile 2002 l’allora leader del Front National Jean-Marie Le Pen arrivò secondo al primo turno delle presidenziali, superando a sorpresa il premier socialista Lionel Jospin che abbandonò per sempre la vita politica. Al ballottaggio gli elettori socialisti vennero invitati a votare per il presidente uscente e fino ad allora avversario Jacques Chirac, che vinse a mani basse.
Da allora il «fronte repubblicano» è servito come valvola di sicurezza del sistema, frenando l’avanzata dei lepenisti. Ma ha incoraggiato la tendenza a combattere il Front National non sul piano delle idee, ma con un misto di disprezzo e manovre sottobanco, e ha offerto ai Le Pen argomenti a sostegno dello slogan «sono tutti uguali».
«Continueremo la lotta fino in fondo», proclama allora il socialista ribelle Masseret. Anche a costo di favorire la vittoria finale di Florian Philippot e del Front National.