Corriere 7.12.15
La guerra in Iraq e le «non scuse» di Blair
di Pierluigi Battista
S fogli i giornali e trovi: «Tony Blair ha chiesto scusa per la guerra in Iraq». Intervistato dal Fatto , Romano Prodi si compiace: «Tony Blair ha chiesto scusa per la guerra in Iraq». Tutti quelli contrari all’intervento militare in Iraq e, di conseguenza, contrari alle operazioni militari contro l’Isis ripetono, con un pizzico di soddisfazione per «ve l’avevamo detto», che il guerrafondaio Tony Blair «ha chiesto scusa per la guerra in Iraq». Dovrà essere vero che Tony Blair «ha chiesto scusa per la guerra in Iraq» se tutti lo ripetono, discettano sulle scuse di Blair, fanno la faccia di quelli sempre molto informati anche sulle scuse di Blair, dicono che incontestabilmente, Blair «ha chiesto scusa per la guerra in Iraq» e che non è possibile che, per convenienza propagandistica, sciatteria conformista, pregiudizio ideologico, si dica che Blair «ha chiesto scusa per la guerra in Iraq». Non è possibile. E invece è possibile: Tony Blair non ha mai «chiesto scusa per la guerra in Iraq», con buona pace di Famiglia Cristiana.
Nell’intervista alla Cnn , Blair ha infatti chiesto scusa, ed era già accaduto in passato, per aver creduto a relazioni errate sul possesso di armi chimiche da parte del regime di Saddam, ma non per l’intervento militare in Iraq e soprattutto «non», «non» e ancora «non» per aver spodestato il dittatore Saddam, sterminatore del suo popolo e del popolo curdo. «Ancora oggi, nel 2015», dice Blair con una formula impossibile da fraintendere, sarebbe immotivato scusarsi per la cacciata di Saddam(«I find it hard to apologize»). Dunque Blair non si scusa per le ragioni, la cacciata di Saddam, che determinarono la guerra in Iraq nel 2003, e casomai accusa l’intero Occidente di essere stato e di continuare ad essere incapace di formulare un piano per affrontare seriamente il groviglio mediorientale. Si può obiettare che quello sulle armi chimiche di Saddam fu l’argomento formale per giustificare la guerra davanti alla comunità internazionale. Obiezione giusta. Ma la guerra fu fatta per detronizzare Saddam e che l’allarme sulle armi chimiche fu solo una maldestra manovra per rendere più urgente agli occhi del mondo l’intervento in Iraq. Un grave errore, e di questo Blair si scusa. Ma Blair non si scusa, contrariamente a quanto viene detto, divulgato, ripetuto, ribadito, «per la guerra in Iraq». Non importa, si continuerà a dire che Blair «ha chiesto scusa per la guerra in Iraq». L’istinto manipolatorio vince sempre sulla filologia. E nessuno chiederà scusa.