lunedì 28 dicembre 2015

Corriere 28.12.15
Cina, addio al figlio unico ma il piano può fallire
di Guido Santevecchi


È innegabile che il Comitato centrale del partito comunista cinese tenga fede agli annunci. Il 29 ottobre aveva inserito nel nuovo Piano quinquennale la fine della politica del figlio unico e ieri l’Assemblea nazionale del popolo ha votato la legge che dal 1° gennaio 2016 permetterà a tutte le coppie cinesi di avere un secondo figlio (non di più, perché la pianificazione familiare continuerà a vigilare).
Si calcola che nei 35 anni in cui è stata in vigore, l’imposizione del figlio unico abbia evitato, con aborti e sterilizzazioni anche forzati, la nascita di 400 milioni di cinesi. Oggi la Cina ha 1,37 miliardi di abitanti, ma si è resa conto che la popolazione sta invecchiando. Per la prima volta nel 2012 i cinesi «attivi», quelli tra i 15 e i 64 anni, sono diminuiti; gli ultra 65enni che oggi sono 131 milioni, nel 2030 saranno 243 milioni, un incremento dell’85%, mentre i cinesi in età lavorativa nel 2050 potrebbero essere tra i 100 e i 200 milioni in meno. La Banca mondiale avverte che «la Cina rischia di diventare vecchia, prima di raggiungere il benessere».
Quindi, il permesso di avere un secondo figlio non è dovuto a considerazioni etiche, all’orrore per l’applicazione brutale della legge del bambino solo. Il governo di Pechino ha calcolato che la politica dei due figli aggiungerà uno 0,5% all’anno di crescita del Pil.
Gli autori del Piano quinquennale che parte nel 2016, però, continuano a trattare la procreazione come un fatto di ingegneria: ci sono 100 milioni di coppie in età «utile», dicono. Non hanno preso in considerazione né i sentimenti né le paure e le aspirazioni del popolo cinese. Così i numeri non tornano.
Già nel 2013 c’era stato un allentamento della legge, ma degli 11 milioni di coppie che avrebbero potuto mettere al mondo un altro figlio, solo un milione ha «eseguito il compito» assegnato dal partito. La nuova classe media cinese dice che i costi di un figlio sono già proibitivi: il Comitato centrale non avrà un baby boom.