Corriere 10.12.15
«Ho scelto l’estrema destra per odio verso i miei genitori»
di D. Ta.
Colpa della mamma che beveva, e che lei era arrivata a odiare; e colpa del padre assente; in una Germania dell’Est desolante. Su questo sfondo sociopsicologico, Beate Zschäpe — presunta terrorista neonazista a processo a Monaco per fatti che comprendono dieci omicidi — ieri ha introdotto la sua prima testimonianza, dopo che per due anni e mezzo di processo si era rifiutata di dire qualcosa. In realtà, la sua versione — attesissima in Germania — l’hanno letta i legali: 53 pagine nelle quali la donna, 40 anni, ha ricostruito il suo approdo all’estrema destra e le azioni della Nsu (Clandestinità Nazionalsocialista). Zschäpe ha sostenuto di non avere mai saputo in anticipo degli omicidi che i suoi due compagni di militanza hanno condotto, soprattutto contro immigrati, tra il 2000 e il 2007. Uwe Böhnhardt e Uwe Mundlos glieli raccontavano dopo. Così come delle bombe e delle rapine. Se sia vero, è difficile dire: Böhnhardt e Mundlos sono stati trovati morti nel 2011 in un camper. Probabilmente suicidi. Ieri, gli avvocati delle vittime si sono detti indignati della testimonianza e hanno sostenuto di non credere a una sola parola. L’anno prossimo, la Corte costituzionale tedesca discuterà la messa al bando del partito neonazista Npd.