giovedì 5 novembre 2015

Repubblica 5.11.15
Adam Segal
“Una svolta coraggiosa da parte di Xi Jinping Per ora senza vantaggi”
Sarebbe uno sbaglio per Pechino pensare di influire sugli equilibri politici di Taiwan C’è un riavvicinamento, ma senza gli effetti economici sperati
intervista di Arturo Zampaglione


NEW YORK «Dal vertice di Singapore — dice Adam Segal — non mi aspetto alcuna svolta epocale, ma non si può certo sottovalutare l’importanza simbolica di questo appuntamento, che viene dopo decenni di tensioni tra Pechino e Taiwan». Esperto di punta sulla Cina del Cfr (Council on foreign relations), il più celebre think tank di politica estera, dove dirige anche il programma di studi sul ciberspazio, Segal è l’autore di “Advantage”, un saggio sulle sfide tecno-politiche tra Stati Uniti e Asia. Con Repubblica parla degli scenari che si aprono con l’incontro di sabato tra Xi e Ma Ying-jeaou, presidente di Taiwan. Il presidente Ma è molto debole: secondo i sondaggi il Kmt (Kuomintang), il suo partito al potere dal 2008, perderà le elezioni di gennaio aprendo la strada al Dpp (Democratic progressive party), il partito all’opposizione ostile al ravvicinamento con Pechino.
Pensa che l’incontro a Singapore avrà ripercussioni sul voto?
«Sarebbe uno sbaglio, per il presidente cinese Xi, pensare di poter influire sugli equilibri politici di Taiwan o rafforzare Ma. Pechino ci ha provato altre volte nel passato, in coincidenza con le elezioni, ed è sempre stato controproducente. Per giunta Xi non può permettersi, in questa fase, di fare concessioni a Taiwan, tanto meno in termini di autonomia o di riconoscimento internazionale».
Ma allora perché il presidente cinese ha accettato questo primo faccia-a-faccia?
«È una conferma dell’approccio coraggioso, e in un certo senso anche creativo, del presidente cinese Xi Jinping».
Concorda con l’ipotesi che Xi punti soltanto a suggellare il miglioramento delle reazioni con Taipei sotto la guida del Kmt, da usare nel futuro, dopo la probabile vittoria del Dpp, per criticare e isolare i nuovi leader di Taiwan?
«Non c’è dubbio che Pechino voglia evidenziare i vantaggi del ravvicinamento Taiwan-Cina. D’altra parte questo processo non ha finora dato i risultati economici sperati. E al tempo stesso si è rafforzata a Taiwan l’aspirazione a mantenere una identità separata rispetto alla Cina».