martedì 3 novembre 2015

Repubblica 3.11.15
Proprietari in affitto beffa sulla prima casa ci pagheranno le tasse
In 280mila non beneficiati dall’abolizione della Tasi
di Valentina Conte


ROMA Non se ne parla mai. Ma se c’è una categoria di beffati dalle tasse sul mattone è la loro. Sono oltre 279 mila proprietari italiani di prima casa che però pagano come seconda. Anche se non l’affittano, anche se è l’unica che possiedono, anche se versano la pigione in un’altra città. Questi emigrati per forza, costretti al trasferimento per non perdere lavoro o affetti o entrambi, non potranno esultare a dicembre. Gli altri proprietari diranno l’addio alla Tasi, onorandola per l’ultima volta, loro si terranno l’Imu. La legge di Stabilità li ignora, così il dibattito pubblico. Loro si indignano, scrivono ai giornali, provano a uscire dall’ombra.
Sotto accusa in questo caso è il governo Monti. Fu l’esecutivo di emergenza, “salito” in politica nel 2011, a stoppare un malcostume nato nel 2008, quando Berlusconi eliminando l’Ici avallò pure la prima casa di coppia: lui e lei, marito e moglie, residenti in posti diversi, sposati ma esenti perché sulla carta entrambi proprietari di prima abitazione.
Monti introdusse allora, insieme all’Imu, il concetto di “dimora abituale” da affiancare alla residenza. Niente più giochini, a meno di separarsi legalmente. Scovati i furbetti, rimangono i residenti altrove però. Quelli veri, di necessità.
Il governo Letta, battezzando la Tasi, risolve il problema solo per 30-40 mila tra loro: poliziotti, carabinieri, guardie forestali, finanzieri. Se trasferiti per lavoro e ospiti in caserma o affittuari, la prima casa del paesello natio rimane prima (se non affittata), com’è giusto che sia. E gli altri? Gli altri pagano in media - calcola la Uil Servizio politiche territoriali – 766 euro all’anno, quando potrebbero sborsarne 183. Addirittura zero dal 2016, con la Tasi sulle prime case abolita da Renzi. Così anche gli anziani che risiedono in strutture di lungo degenza. Il governo Letta ha demandato tutto ai Comuni: le grandi città considerano prima la loro unica abitazione non affittata. Ma altrove si va in ordine sparso. Per alcuni è seconda casa. Un assurdo. La legge di Stabilità ora elimina pure la Tasi sugli affitti, nelle città che la mettono. (Milano, Roma e Verona sì, ma Torino, Napoli, Bologna no). Uno sconticino da 20-30 euro in media, di cui potranno beneficiare anche alcuni tra questi proprietari singolari. Davvero una miseria però se rapportato all’Imu che versano su quell’unica altra casa di proprietà (ma seconda per il fisco). A Roma e Milano siamo al top: 11,4 per mille. Altrove al 10,6. Dunque dalle tre alle cinque volte più di una prima casa. Contenti i Comuni che incassano 213 milioni (anziché 51) da questi italiani beffati. Che ora si chiedono: perché non usare il gettito delle prime case di lusso per esentare anche noi?