Repubblica 29.11.15
“Stillicidio di addii” a Bologna iscritti giù e per recuperarli il Pd chiama Bersani
Cena del tesseramento con l’ex segretario In Toscana catena di telefonate a caccia dei delusi. Guerini: siamo in linea col 2014
di Eleonora Capelli e Simona Poli
BOLOGNA Il Partito Democratico fa i conti con il calo degli iscritti. C’è chi vede il bicchiere mezzo pieno, come il vicesegretario Lorenzo Guerini che precisa: «Il numero di tessere è in linea con l’anno scorso, 366 mila» e rivolgendosi ai «nostalgici di quando il Pd riportava risultati non proprio esaltanti » ricorda che nel 2012 gli iscritti erano solo 477 mila. Ma in questa differenza di 100 mila iscritti si ritrova la “sofferenza” dei territori tradizionalmente considerati “granai” di voti, dove è partita una vera “caccia all’iscritto”. Mentre la minoranza dem con il senatore Federico Fornaro denuncia «il diffondersi dell’abbandono silenzioso dei militanti».
A Bologna, dove la federazione è ridotta ad 11 mila iscritti alla data di oggi(anche qui si conta di raggiungere le 14.500 tessere dell’anno scorso, mentre nel 2013 erano 19.500 e nel 2008 più di 36 mila) hanno invitato Pier Luigi Bersani per l’11 dicembre. Una specie di «operazione nostalgia» per rassicurare gli elettori di lunga data, nello stesso giorno in cui parte la Leopolda. «Rimettiamo in piedi la festa del tesseramento — spiega il responsabile bolognese Alberto Aitini — erano anni che non la facevamo più, ma ora non lasciamo nulla di intentato. Io ho riportato a tesserarsi 800 delusi quest’anno, abbiamo telefonato a tutti. Il compagno storico bolognese continua a voler bene al Pd ma è scettico sul rinnovo della tessera».
Nel quartiere della svolta della Bolognina, il Navile, dove la “vulgata” vuole che ci fossero «più iscritti al partito che in tutta la Basilicata», si fronteggia un «lento stillicidio». «C’è una disaffezione innegabile, ma il premier preferisce la governabilità alla rappresentanza — dice il presidente del circolo Franco Cima. «Non ci dicono “non vi voteremo mai più” ma gli iscritti storici preferiscono “pensarci un attimo”. La tessera è una cosa importante, qui ha ancora un valore. Il punto non è contare le tessere quanto trovare luoghi per discutere, che non siano facebook». I circoli chiudono pian piano, per razionalizzare i costi oppure perché «gli anziani che andavano lì a fare la polenta non riescono più».
In Toscana dopo il crollo dello scorso anno quando il Pd perse diecimila tesserati rispetto al 2013, non ci sono per ora segnali di ulteriore calo. «Contiamo di replicare la cifra del 2014, 44mila iscritti», assicura il responsabile organizzativo del partito regionale Antonio Mazzeo. Proprio nella sua città, Pisa, il circolo Berlinguer che aveva 140 adesioni ne ha confermate per ora la metà. «Ci inventeremo di tutto per riavvicinare i delusi», dice Giovanni Viale, da appena un mese alla guida della federazione pisana. «Il 10 dicembre faremo una cena per il tesseramento, c’è bisogno di restituire attrattività al lavoro dei circoli». Anche nell’era del Pd renziano 2.0 dove tutto viaggia on line lo strumento più gettonato per richiamare “all’ordine” gli svogliati resta il telefono. «Da qui fino al 31 dicembre ci attacchiamo ai cellulari», dice il segretario di Grosseto Marco Simiani. Sapendo già che molti degli iscritti di lungo corso non si lasceranno convincere. «C’è un ricambio in corso, vero. Molti dei nuovi non erano finora interessati alla politica ». Il Pd pian piano cambia pelle, lasciando a casa militanti storici che non si trovano in sintonia con la linea del segretario e aprendo le porte ad una generazione che invece tifa per Renzi. «Gli iscritti si sentono sempre più marginali, non incidono nelle decisioni», avverte la parlamentare senese della Sinistra Dem Susanna Cenni. «Se ne vanno quelli che hanno continuato a tenere aperti i circoli e ad organizzare le feste dell’Unità. Peccato».