Repubblica 26.11.15
Stop a Bassolino e Marino ecco il piano del premier Napoli, primarie con Ncd
Si punta a un accordo con la minoranza su candidati unici ma serve il 60% della Direzione. No dei bersaniani a coalizioni aperte ad Alfano
ROMA Il Pd mette da parte l’idea di una regola per impedire agli ex sindaci di correre alle primarie, ma proverà lo stesso a “cancellare” Antonio Bassolino a Napoli e Ignazio Marino a Roma. Matteo Renzi cerca, nelle due città, un candidato dem che metta d’accordo tutto il partito o quasi. A quel punto, con l’attuale statuto e il voto favorevole di almeno il 60 per cento della direzione, diventerà il concorrente unico del Pd alle primarie di coalizione. Bassolino o Marino, per partecipare, dovranno crearsi una loro lista alleata con il centrosinistra (ed essere accettati) .
Del resto, i due ex sindaci faticano, almeno per il momento, a trovare consensi fuori dalla cerchia renziana. La sinistra interna non li considera potabili, o sostenibili e preferisce semmai condizionare la scelta del segretario su altri nomi. A Napoli è molto forte Celeste Condorelli, manager impegnata nel sociale. A Roma, dove il ritardo è maggiore, si cerca un profilo simile. E se il grosso del Pd rimarrà unito verranno tagliati fuori sia Bassolino sia Marino. Questo è il piano. Semmai qualche problema nel capoluogo campano potrebbe crearlo l’accordo raggiunto ieri sera con il Nuovo centrodestra. Il partito di Alfano entra ufficialmente nella coalizione di sinistra e parteciperà alle primarie. Ai bersaniani sembra solo l’antipasto del partito della Nazione, anche perchè uno schema simile verrà con ogni probabilità replicato a Milano.
Reggerà dunque la moratoria chiesta da Renzi sulle amministrative? La direzione del Pd è fissata a gennaio. Servirà a pronunciare il no definitivo a Bassolino che però è in piena competizione. «A Renzi piace vincere e a me pure - ricorda a Corrieretv -. Anzi, io ho vinto più di lui». L’ex sindaco dunque sposta il tiro dai vicesegretari al segretario-premier. E l’offensiva è destinata a crescere nei prossimi giorni rendendo molto più complicato il rispetto di una tregua fino alla fine delle vacanze natalizie.
Renzi è convinto di poter reggere l’urto e intanto di trovare i candidati giusti per Napoli e Roma. A Milano Beppe Sala aspetta solo di definire alcune pratiche dell’Expo poi accetterà la candidatura e correrà alle primarie. Che lì potrebbero tenersi prima del 20 marzo. Il 7 febbraio o alla fine dello stesso mese. A Largo del Nazareno infatti si pensa di anticipare dappertutto l’election day interno: la fine di marzo concede davvero troppo vantaggio agli avversari. E soprattutto può aprire qualche crepa dentro al Partito democratico. L’incertezza complessiva, con l’eccezione di Bologna e Torino, crea problemi e concede spazio a chi, anche nella maggioranza renziana, considera poco incisiva la guida di Renzi nel Pd. Ma la linea del premier non cambierà: è sempre sull’azione di governo che scommette per immaginare il futuro.