venerdì 20 novembre 2015

Repubblica 20.11.15
Renzi contro i pm “L’avviso di garanzia non è una condanna”
di Giuseppe Alberto Falci


ROMA. «Basta con le condanne per un avviso di garanzia perché solo così la politica smetterà di essere succube del populismo ». Si toglie più di un sassolino dalle scarpe il premier Matteo Renzi dopo la decisione della Cassazione di annullare con rinvio l’ordine di arresto del senatore del Nuovocentrodestra, Antonio Azzollini. Il presidente del Consiglio si serve della Enews, consueto appuntamento con i supporter, per rivendicare la scelta dell’aula del Senato di respingere la richiesta di arresti domiciliari per il senatore di Area Popolare. Ha prevalso la linea garantista - è la sintesi del ragionamento di Palazzo Chigi - e abbiamo avuto ragione. «Ricordate le polemiche - è l’incipit del “pensierino della sera” - ricevute sulla questione di un senatore, per il quale la Procura di Trani aveva richiesto l’arresto, arresto negato dai senatori semplicemente perché dai documenti era chiara la infondatezza della richiesta?». Quando l’aula di Palazzo Madama si pronunciò sul caso Azzollini, esprimendo un voto contrario sull’arresto, le polemiche non mancarono. Sollevate dai cinquestelle e dai leghisti, ma anche dai una fetta di Pd che contestò aspramente la decisione della maggioranza del Nazareno. Spiega Renzi: «Allora io dicevo: il Parlamento non è il passacarte della procura di Trani. Ci furono reazioni spigolose e qualcuno disse che noi difendevamo la casta. Ieri abbiamo scoperto che la Cassazione ha addirittura annullato quell’arresto. Quando si parla di libertà delle persone, si può perdere consenso, per carità. Ma si deve procedere sempre con i piedi di piombo». Da oggi, continua il premier, la musica cambia e ci vorrà «più rispetto per la presunzione di innocenza». In sintesi, «finché non ti condannano, sei innocente».
La decisione della Corte di Cassazione è giunta nella serata di martedì, ed ha annullato la misura cautelare disposta dalla Procura di Trani lo scorso 10 giugno. Adesso toccherà al Tribunale del riesame di Bari ripronunciarsi sulla misura cautelare degli arresti domiciliari per Antonio Azzollini. Oggi, però, esultano i parlamentari di Area popolare. Il primo a chiamare il senatore pugliese, per esprimergli “affettuosa vicinanza”, è stato il ministro dell’Interno e leader di Ncd Angelino Alfano: «Evitato un caso di ingiusta detenzione ». Soddisfatto anche il capogruppo al Senato Renato Schifani: «Il Parlamento ha dimostrato la sua autonomia, senza obbedire a logiche di partito». Maurizio Sacconi, presidente della Commissione Lavoro al Senato, twitta: «Evviva, c’è un giudice a Berlino». Sulla stessa scia Maurizio Lupi, presidente dei deputati di Ap, che lancia un ultimantum: «Basta richieste di arresto facili».