Repubblica 2.11.15
Gianni Cuperlo
“Renzi deve dirci se il Pd c’è ancora. Marchini non è di centrosinistra”
intervista di Giovanna Casadio
ROMA. «Un fallimento drammatico ». Gianni Cuperlo, leader della Sinistra dem, giudica duramente lo stesso Pd.
Cuperlo, lei ha detto che il caso Marino è sconcertante. Cosa l’ha indignata di più?
«La distanza tra la grandezza del tema e la cronaca. Roma è simbolo dell’Italia nel mondo. Una concentrazione unica di storia, religiosità, cultura rimasta per anni ostaggio di potentati opachi e interessi mafiosi. La vittoria di Marino era l’occasione del riscatto e vedere svanire quella speranza rende il fallimento più drammatico».
È stato un errore licenziare Marino adesso?
«Penso sia stato un errore non andare subito in consiglio comunale per avere un confronto davanti alla città. Le dimissioni dei consiglieri sono un precedente serio perché un sindaco eletto, al netto delle cose buone e degli errori, esce di scena con una procedura legittima ma che indebolisce rappresentanza e sovranità ».
Chi ha sbagliato? Orfini deve restare?
«L’ultima cosa utile è rinfacciarsi le colpe. Orfini si è caricato un peso notevole ma l’intero partito andava coinvolto».
Ora Roma è nelle mani di due commissari.
«E questo fa riflettere. All’ex prefetto di Milano faccio i migliori auguri. Però vedo un rischio. La parola commissario è oggi tra le più frequentate. Chiedo, è solo il crack di amministratori e dirigenti locali o segnala una rottura nell’idea di governo e di partito? Insomma sta succedendo qualcosa che intacca le forme della politica. Non sono problemi che nascono oggi. Il messaggio di Expo dovrebbe aiutarci a capire».
Perché?
«È un successo che nasce dalla collaborazione tra la politica e quel civismo che lì affonda le radici. Se guardo a Milano mi convinco che dobbiamo ripartire da quella dimensione. O la sinistra ricostruisce un’alleanza con la società migliore, o finirà piegata dalle emergenze confidando nella buona vena di tecnici e prefetti ».
Occorre un chiarimento anche sul Partito della Nazione?
«Il punto è con chi pensiamo di tornare a governare il Paese? Da soli? Con orfani del centrodestra e un’emorragia a sinistra? O pensiamo che il Pd è nato nel solco dell’Ulivo e solo unendo un centrosinistra largo l’Italia ha la speranza di farcela? Lo dico a Renzi, su questa seconda linea tu unisci il tuo campo, il tuo partito e sei più forte. Ma bisogna lavorare in questa direzione a cominciare dalle alleanze per le amministrative.
Chi deve fare il candidato sindaco nella capitale?
«Partire adesso dal nome vorrebbe dire non aver compreso la lezione. Serve umiltà, un’idea di Roma, una nuova partecipazione ».
Quale è l’identikit?
«Incensurato, romano, di centrosinistra ».
Marchini è un candidato possibile?
«Per i primi due requisiti, sì. Per il terzo mi pare guardi altrove ».
Primarie sì o no?
«Peserà l’autorevolezza delle candidature e la trasparenza del percorso».
Il Pd ha regalato Roma a Grillo?
«Diciamo che gli ha procurato gli slogan per la campagna elettorale. Sta a noi dimostrare che non è così».
Vuole il congresso?
«Serve una discussione vera su cosa sta diventando e dove vogliamo portare il partito».
Marino deve restare nel Pd?
«Me lo auguro, perché ogni uscita dal Pd indebolisce anche la maggioranza».