Repubblica 16.11.15
Michael Stuermer
“Questa crisi cambia l’Europa linea più dura sui migranti”
intervista di Andrea Tarquini
BERLINO Le reazioni agli attentati di venerdì sera a Parigi sono molto diverse da quelle seguite all’attacco contro Charlie Hebdo a gennaio: in Germania come nel resto d’Europa. Gli stessi politici che chiedevano di non puntare il dito contro gli immigrati, oggi invocano una linea più dura verso i migranti. In mezzo alle due crisi, l’ondata migratoria che ha travolto l’Europa e dato vita a un duro dibattito in Germania. «Siamo al punto di svolta: dopo Parigi, Angela Merkel aperta ai migranti non è più per la Cdu il candidato cancelliere ideale. Schaeuble è pronto a governare, ma non a essere il Bruto di una congiura», sostiene il professor Michael Stuermer, ex consigliere di Kohl e intellettuale di punta del centrodestra.
La Merkel rischia di cadere?
«Rischia moltissimo. È al momento finale. Si è fatta prendere dal panico morale-umanitario sui migranti senza ascoltare umori e timori della società e dell’Europa intera, con la sua testardaggine ha voluto imporre le porte aperte. Si è cacciata in un vicolo cieco. Ha creato una situazione in cui molti nel centrodestra si dicono che ad agosto criticavamo Orbàn per il Muro e oggi dobbiamo ammettere che lui almeno difende Schengen».
Schaeuble ha chiamato i migranti “una valanga”: questo minaccia la cancelliera?
«È un’accusa chiarissima: la sfida dei migranti in nome dell’Europa non si affronta come ha fatto Merkel. Schaeuble ha anche detto che se uno sciatore scia incauto in una zona di valanghe può anche causare valanghe ancor più grandi».
Merkel fino a ieri era sicura della vittoria alle politiche 2017, ora è ancora sicura di essere candidata?
«Non è più la candidata ideale del partito. Chi la critica nel partito ascolta gli elettori: i tedeschi hanno mostrato più solidarietà, soccorso ed empatia che mai verso i migranti, ma non vogliono vivere tra 10 o 20 anni in una Repubblica islamica. La svolta verrà prima del 2017».
E chi la rovescerà?
«Non c’è un Bruto, e se emergesse non sarà Schaeuble: è pronto a divenire cancelliere ma non è un golpista».
Che significherà per l’Europa?
«Dipende dal successore. Schaeuble sarebbe bene per l’Europa, ha gestito la crisi greca pensando a timori e dolori sia dei greci sia dei tedeschi. Molto dell’Europa fa paura ai tedeschi, anche un presidente italiano della Bce».