sabato 14 novembre 2015

Repubblica 14.11.15
Scuola, sfila la rabbia dei prof scontri e feriti a Milano e Napoli bruciata la bandiera del Pd
In migliaia ai cortei dei Cobas, tra loro gli “irriducibili” delusi dalla Cgil Contro la riforma mobilitati anche studenti. Lezioni saltate in vari istituti
di Corrado Zunino


ROMA Cariche e manganelli della celere a Milano, bandiere del Pd bruciate a Torino. La scuola scalda ancora un autunno. Gli irriducibili prof contro la Buona scuola, nonostante la legge 107 sia in Gazzetta ufficiale da quattro mesi, ieri mattina hanno affollato i cortei Cobas. Erano tanti, sopra le attese. A Roma diecimila almeno. C’erano iscritti ai sindacati di base, all’Anief, all’Usi, ma anche docenti della Cgil delusi dal fatto che il loro sindacato, dopo le lotte di primavera, non abbia voluto confondersi. «Hanno alzato le braccia al premier », commentava un insegnante di lettere della Foscolo di Trastevere. Venticinque per cento di adesione allo sciopero, era la stima generosa dei Cobas. In strada, dietro lo striscione “No all’applicazione della legge 107, al preside-padrone che valuta, assume e licenzia”, hanno sfilato precari di seconda e terza fascia, “tieffini” non ancora entrati nella macchina delle assunzioni, docenti di sostegno e delle scuole materne rimasti al palo e «tanti cinquantenni timorosi di chiudere la loro carriera sballottati ogni tre anni in una scuola diversa », diceva Piero Bernocchi, leader dei Cobas scuola.
Il corteo di Roma ha assediato prima il ministero dell’Istruzione e poi Montecitorio, senza tensioni. Una prof a un dirigente di polizia: «Le leggi se sono sbagliate non si rispettano». A Milano, tremila in marcia, la polizia ha respinto a manganellate un tentativo di insegnanti e ragazzi di bucare in via Pola il cordone che impediva l’accesso all’Ufficio scolastico regionale. Un professore del professionale Vespucci con un taglio sul viso, cinque ragazzi contusi e medicati sul posto. Dopo lo scontro, lancio di oggetti sulla polizia. Nel pomeriggio trenta studenti hanno atteso il ministro Stefania Giannini all’Accademia di Brera: volevano contestarla, lei era a Shanghai in missione. A Torino alcune centinaia di studenti: vernice sui muri di una banca e uova sul provveditorato mentre in piazza Castello due ragazzi hanno bruciato una bandiera del Pd. Ancora, a Napoli contatto tra manifestanti e forze dell’ordine: due giovani e quattro poliziotti feriti. Due ragazzi, 18 e 22 anni, sono stati fermati e poi denunciati per resistenza e violenza. A Firenze solo duecento in piazza, ma lì si registra la prima scuola occupata nel paese: il liceo artisitco di Porta Romana. Altre tre occupazioni sono in corso a Palermo.
Il sindacato appare ancora in difficoltà sulla vertenza scuola, e ancora diviso. I Cobas hanno dato ampia scelta di date e modalità alla Cgil, che però non ha voluto sfilare preferendo un appuntamento unico e confederale sul pubblico impiego: sarà sabato 28 novembre. Unicobas ha voluto manifestare da solo, ieri pomeriggio. I comitati di base vogliono far saltare i tavoli che, istituto per istituto, i presidi stanno organizzando per formare i comitati di valutazione, vogliono provare a fermare il “bacino territoriale” da cui i dirigenti scolastici, dal prossimo anno, preleveranno i nuovi insegnanti e soprattutto a incidere su un rinnovo del contratto che ad oggi prevede un aumento di cinque euro nette al mese per tutti i lavoratori della pubblica amministrazione. Il sindaco di Bari, Michele Emiliano, è tornato sulle proteste per dire: «Non ci siamo fatti capire e adesso la scuola ha in odio il Pd, che sente ostile».
Martedì di nuovo piazza, solo per gli studenti. Aderiscono a una mobilitazione internazionale: “Vogliamo tutto per tutti, privilegi per nessuno”.